La chiesa dei santi Paterniano e Lucia ha avuto diverse collocazioni nei secoli fino ad approdare in via Passeri. La prima intitolazione a santa Lucia è del 1468, quando il nome della martire siracusana viene aggiunto a quello di san Paterniano; si trovava però dov’è oggi la chiesa della Maternità.
Edificata a inizio seicento su progetto dell'architetto pesarese Giambattista Bernabei, viene aperta il 4 novembre 1618, giorno dedicato a san Carlo Borromeo arcivescovo di Milano. Prima dedicata a san Carlo, viene poi denominata di san Carlo e santa Lucia, ma è ormai conosciuta dai pesaresi come chiesa di Santa Lucia per la festa che vi si celebra il 13 dicembre. Secondo la tradizione, infatti, Lucia, di nobile famiglia cristiana, muore martire durante le persecuzioni dell'imperatore Diocleziano, proprio il 13 dicembre 304.
L'odierna chiesa è uno dei pochi edifici religiosi rimasti tra quelli costruiti nell'ultimo periodo roveresco, quando il duca Francesco Maria II rinnova il piano urbanistico, promuovendo pochi ma importanti interventi a favore della città tra cui l’incremento dell'edilizia sacra. La semplice facciata, incompiuta, richiama alcuni motivi della vicina chiesa di san Giovanni, soprattutto nelle due fasce laterali con nicchie e riquadri.
L'interno - ad una navata, con tre altari - è, con qualche modifica, quello progettato dall'architetto urbinate Andrea Antaldi (nato nel 1776). Sull'altare della parete sinistra della navata, santa Lucia è raffigurata nel quadro settecentesco di scuola lazzariniana. La volta a cassettoni risale al 1623.
testo liberamente tratto da: Giovanna Patrignani, Pesaro. La Radio storia della Città, Pesaro, Metauro Edizioni, 2008, pp. 64-65
via Passeri
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