La facciata romanica con il bel portale gotico-malatestiano è ciò che resta della duecentesca chiesa di san Domenico, trasformata a inizio novecento in sede centrale degli uffici delle Poste.
Costruita intorno al 1290 dai Padri Domenicani, era dotata di un imponente campanile su cui viene collocata, nel 1572, la campana civica, ora visibile nell'atrio del Palazzo Comunale. Attiguo alla chiesa sorgeva il convento, esteso fino alla retrostante via Giordano Bruno. Chiesa e convento godono nel corso del tempo di protezione da parte dei signori della città: Malatesti, Sforza, Della Rovere.
Nel XVIII secolo, tuttavia, i Domenicani non sono più così potenti e con l’avvento anche a Pesaro della Repubblica Cisalpina devono abbandonare entrambe le strutture; tra il 1789 e il 1803 cedono al Municipio l'area sulla piazza, la cui ristrutturazione viene avviata solo a metà ottocento. Dopo l'annessione delle Marche al Regno d'Italia e lo scioglimento della comunità Domenicana, nel 1862 il Comune acquista chiesa e convento e li adibisce a vari usi incongrui.
Nel 1911, su progetto dell'architetto Edoardo Collamarini, iniziano i lavori di adattamento della chiesa a sede delle Poste, inaugurata nel 1914.
A testimoniare l’antica storia della chiesa è rimasta soltanto la facciata a capanna, in cotto, di stile romanico-gotico, impreziosita dal portale in marmo costruito nel 1395 per volere di Malatesta Malatesti (detto dei Sonetti), in memoria del padre Pandolfo II. A vigilare sull'ingresso, due leoni accovacciati, consueto motivo iconografico malatestiano.
testo liberamente tratto da: Giovanna Patrignani, Pesaro. La Radio storia della Città, Pesaro, Metauro Edizioni, 2008, pp. 26-27
via Branca