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Julian Barnes

Julian Barnes nasce a Leicester (Inghilterra) il 19 gennaio 1946. Si laurea in Lingue Moderne nel 1968. Lavora per quattro anni come lessicografo per l'Oxford English Dictionary, poi si trasferisce, per studiare Legge, a Londra, dove intraprende la carriera di giornalista, che lo attrae più degli studi in giurisprudenza. Inizia così per Barnes un lungo periodo di collaborazioni per giornali e riviste in qualità di  direttore aggiunto, redattore, critico televisivo.
Si dedica all'attività di romanziere a partire dal 1986, senza però abbandonare il mondo del giornalismo, tanto che nel 1990 accetta di lavorare come corrispondente per il New Yorker.
Talento eclettico e geniale, è considerato uno dei maggiori scrittori inglesi e le sue opere colpiscono per la statura stilistica e la capacità di fondere con grande naturalezza i generi più diversi. I suoi romanzi e racconti sono visti come esempi di postmodernismo in letteratura.
Oggi vive a Londra e scrive a tempo pieno. Ha anche scritto - tra il 1980 e il 1987 - romanzi polizieschi sotto lo pseudonimo di Dan Kavanagh.
Lo scrittore tratta temi importanti e profondi come nel suo memoir, Livelli di vita, in cui analizza il processo dell'elaborazione del lutto dopo la morte della moglie Pat Kavanagh, avvenuta nel 2008. Racconta della complicità che sorge con altri dolenti, di aver continuato a parlare con lei tenendo in vita il loro linguaggio comune, dell'idea del suicidio che s'è affacciata "prestissimo, e molto razionalmente". Confessa di piangerla senza vergognarsi e di averla sognata per anni pur fallendo quando voleva evocarla volontariamente. L'ha amata così tanto da sostenere che è la vita ad aver perso con la sua morte, e cercando un disegno ripete: «È solo l'universo che fa il suo mestiere».
Anche ne Il senso di una fine, vincitore del Man Booker Prize nel 2011, Barnes ricostruisce l'insignificanza della vita umana attraverso i personaggi che continuamente si interrogano senza trovare una spiegazione. E falliscono miseramente perché non riescono a darsi un'educazione sentimentale, come la definiva il suo amato Flaubert.
Interessante quello che Barnes dice sul dolore che è «L'immagine negativa dell'amore. Il dolore ha bisogno della condivisione, mette alla prova le amicizie, rende egoisti, indebolisce più che rafforzare. A volte a lui ci affezioniamo. E. M. Forster dice che "una morte può anche trovare una spiegazione, ma non getterà mai luce su un'altra"; succede anche al dolore, che non spiega un altro dolore».

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