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Gigi Riva e Bogdan Boscia Tanjevic in dialogo per ‘Oltre l’effimero’

Mercoledì 6 marzo a Palazzo Ciacchi, il nuovo appuntamento della rassegna tra letteratura e sport è dedicato al libro del giornalista Riva L’ultimo rigore di Faruk. Una storia di calcio e di guerra. L’autore dialoga con il leggendario allenatore di basket italo-montenegrino. Introduce Franco Bertini

Nuova tappa per ‘Oltre l’effimero – 4 conversazioni tra letteratura e sport’, rassegna promossa dagli assessorati alla Bellezza e allo Sport del Comune di Pesaro in collaborazione con Pindaro eventi. Mercoledì 6 marzo (ore 17.30) nell’Auditorium di Palazzo Ciacchi sede di Confindustria Pesaro Urbino, appuntamento con il giornalista Gigi Riva che presenta il suo libro L’ultimo rigore di Faruk. Una storia di calcio e di guerra (Sellerio Editore, 2016). A discutere con l’autore il leggendario allenatore di basket italo-montenegrino Bogdan Boscia Tanjevic, introduce il giornalista Franco Bertini.

Nella violentissima dissoluzione della Jugoslavia, un calcio di rigore sembrò contrassegnare il destino di un popolo, divenendo nei Balcani il simbolo dell’implosione di un intero Paese, e dei conflitti che sarebbero seguiti di lì a poco. Intuendo la complessità di un evento che sembrava soltanto sportivo, Riva racconta con attenzione da storico e sensibilità da narratore il tiro sbagliato del 30 giugno 1990 a Firenze di Faruk Hadžibegić, capitano dell’ultima nazionale del Paese unito. La partita contro l’Argentina di Maradona nei quarti di finale del Mondiale italiano portò all’eliminazione di una squadra dotata di enorme talento ma dilaniata dagli odi etnici. Leggenda popolare vuole che una vittoria avrebbe invece contribuito al ritorno di un nazionalismo jugoslavista e scongiurato il crollo che si sarebbe prodotto. Proprio per la sua popolarità il calcio è sempre servito al potere come strumento di propaganda ma in nessun luogo come nella ex Jugoslavia il legame tra politica e sport è stato così stretto e perverso. Attraverso la vita del protagonista e dei suoi compagni (molti dei quali diventati poi famosi in Italia, da Boban a Mihajlović, da Savićević a Bokšić, da Jozić a Katanec), si scopre il travaglio di quella rappresentativa nazionale e del suo allenatore Ivica Osim, detto «il Professore», o «l’Orso». Nelle loro gesta si specchia la disgregazione della Jugoslavia e la spregiudicatezza dei suoi leader politici, che vollero utilizzare lo sport e i suoi eroi per costruire consenso. Per il loro valore emblematico le vicende narrate, risalenti a un quarto di secolo fa, sono ancora tremendamente attuali. E non è così paradossale scoprire in esergo a queste pagine le parole beffarde che Diego Armando Maradona rivolse all’autore: «Occupati di politica internazionale, il calcio è una cosa troppo seria».

Gigi Riva
E’ stato direttore del Giornale di Vicenza e caporedattore de L’Espresso. A lungo inviato speciale nella ex Jugoslavia e in Medio oriente, editorialista del gruppo L’Espresso, collabora al quotidiano Domani. Sul peso della omonimia e gli equivoci conseguenti ha scritto di recente, in occasione della scomparsa del grande calciatore.

Bogdan Boscia Tanjevic
Leggendario allenatore di basket italo-montenegrino, è incluso nella FIBA Hall of Fame. Il suo kilometrico palmares che comprende l’ultimo oro europeo dell’Italia, si apre negli anni ’70 coi successi del ‘Bosna’ Sarajevo. In parallelo all’attività cestistica, all’Università di Belgrado frequentava un corso molto selettivo di Letteratura comparata. Boscia è un lettore preparato ed esigente.

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili, info 0721 3831.

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