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80° Anniversario della Liberazione di Pesaro

Biancani: «Per non rendere vano il sacrificio di tanti, oggi dobbiamo schierarci per i diritti, per la libertà e non voltarci dall’altra parte davanti alle ingiustizie». Poi le scuse al partigiano Gianni Rulli: «A volte ci siamo dimenticati di quanto siamo debitori a te, ad Achille, a Leone, Gino, Sante e a tutti coloro che si sono battuti per la nostra liberazione»

Pesaro celebra il 2 settembre del 1944, data che rappresenta la Liberazione della città dal nazi-fascismo. Il sindaco Andrea Biancani ha scelto di iniziare l’intervento, per il suo primo 2 settembre in veste di primo cittadino, con la lettera scritta da Achille Barilatti a sua madre mentre le annunciava la sua imminente morte, letta alla platea da Tommaso Andruccioli della compagnia Teatro La Piccola Ribalta.

«Achille ha solo 22 anni ed uno dei condannati a morte della Resistenza, uno dei migliaia di Partigiani che, nelle Marche, contribuirono alla Liberazione dal nazi-fascismo. Uno dei circa 900 che morirono durante i combattimenti e le rappresaglie, come Leone, Gino e Sante, fucilati a Campo di Marte, in Baia Flaminia, l’11 maggio del 1944, Partigiani che decisero di schierarsi, che hanno scelto da che parte stare, quella della libertà contro la dittatura. Sono fatti accaduti 80 anni fa. Non è retorica, non è propaganda, sono pagine di storia», ha detto il sindaco Biancani in occasione della cerimonia che si è svolta questo pomeriggio in piazzale Collenuccio.

«La Liberazione fu un fatto di popolo, di giovani e meno giovani volontari che animarono la Resistenza partigiana, di militari che non si arresero – ha continuato Biancani -, che non aderirono alla Repubblica di Salò e di valorosi soldati delle Forze Alleate».

Durante le celebrazioni era presente anche l’Ambasciatrice della Repubblica di Polonia, Anna Maria Anders, figlia del Generale Vladislav Anders del secondo corpo d’Armata polacco. «Anna Maria Anders è una rappresentanza fondamentale nella giornata di oggi, ci ricorda di suo padre – ha sottolineato Biancani -, il Generale Vladislav Anders, che, assieme alle forze inglesi e alla Brigata Maiella, contribuirono a liberare la città dai nazi-fascisti e Pesaro non dimenticherà mai questo sacrificio».

«Dopo 80 anni, cosa significa raccogliere l’eredità di Achille, Leone, Gino, Sante e dei tanti Partigiani caduti in guerra per la Liberazione? – si chiede il sindaco Biancani – Troviamo il coraggio di farci questa domanda. Paolo Volponi, di cui quest’anno ricorre il centenario, nel 1994, in occasione del 50° della Liberazione, invitava a ricordare la Resistenza “non per celebrarla, ma per custodirla come indispensabile patrimonio di unità e di forza”. Chiediamoci, quindi, che cosa possiamo fare per mantenere vivo il suo insegnamento: forse non voltarsi dall’altra parte quando qualcuno subisce un’ingiustizia. Forse significa reagire e prendere posizione, schierarsi quando diritti e le libertà vengono messe in discussione. Il mondo in 80 anni è completamente cambiato – precisa Biancani -, oggi dobbiamo fare i conti con i cambiamenti climatici, dobbiamo quindi scegliere di adottare uno stile di vita più sostenibile, senza commettere l’errore di credere che le risorse siano infinite».

«Il mio sangue non si verserà invano e l'Italia sarà di nuovo grande», scriveva Achille Barilatti alla sua mamma. Ma cosa possiamo fare perché l’Italia sia di nuovo grande? «Non essere indifferenti, non essere egoisti, sentirsi parte di una comunità, sentirsi parte di un gruppo e di un progetto condiviso per il bene comune, come è accaduto con la Resistenza che è stata anche una resistenza civile. Molti di quei Partigiani, molti di quei soldati si salvarono grazie all'aiuto della popolazione – ha continuato il sindaco Biancani durante il suo discorso -, dei contadini che aprirono le loro case, dei parroci che li nascosero, degli operai che salvarono le attrezzature nelle fabbriche, delle donne che diventarono staffette, rischiando la vita per portare cibo, messaggi, munizioni. Hanno combattuto per la democrazia, per conquistare diritti, la libertà di pensiero, la libertà di religione, la libertà di stampa, il diritto al voto, importantissimo che oggi quasi la metà degli italiani non esercita più. Chiediamoci perché».

Il discorso del primo cittadino ha anche fatto riferimento alla Pace: «Non permettiamo che la parola Pace venga censurata o incasellata da una parte o dall’altra del fronte. È una parola pulita e intelligente».

Infine, le scuse al Partigiano Gianni Rulli, 97 anni, anche lui presente alle celebrazioni in piazzale Collenuccio. Lo scorso 25 aprile, alla giornalista Rai Anna Madia, disse: «Oggi non si ricorda più nessuno di quello che abbiamo sofferto». «Gianni, ti chiedo scusa se a volte ci siamo dimenticati di quanto siamo debitori a te, ad Achille, a Leone, Gino, Sante e a tutti coloro che si sono battuti per la nostra Liberazione, come i soldati polacchi e inglesi – ha concluso Biancani -. Ti prometto che ci impegneremo perché il 2 settembre sia sempre una giornata di festa, di riconciliazione, di unità, di ringraziamento, un’occasione per continuare a scegliere il futuro, la democrazia e la libertà».

Alla cerimonia erano presenti anche i rappresentanti della Liberazione di Pesaro e dell’Italia, le associazioni Combattentistiche, l’associazione nazionale Partigiani d’Italia, l’associazione nazionale Alpini, l’Ambasciatrice della Repubblica di Polonia in Italia, Anna Maria Anders, i rappresentanti delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine, il Prefetto Emanuela Saveria Greco, l’Arcivescovo Sandro Salvucci e il partigiano Gianni Rulli.

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