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Adeguamento dello statuto, Ricci: «Interesse e responsabilità di tutto il consiglio averlo in regola»

Il sindaco: polemica sul terzo mandato degli assessori è bolla di sapone pre-elettorale

PESARO – «Più si avvicinano le elezioni e più ogni argomento diventa oggetto di dibattito strumentale», dice Matteo Ricci. Per il sindaco, «la polemica intorno all’adeguamento dello statuto», nello specifico il tema del terzo mandato degli assessori, «è una bolla di sapone pre-elettorale. Ma qui la politica non c’entra». Così, in consiglio comunale, riepiloga: «Alcuni mesi fa il segretario generale mi ha segnalato che lo statuto non è in regola su 17 punti. Gli ho chiesto perciò di adeguarlo. Il lavoro di Montaccini, sul tema, è stato importante: del resto, da quando c’è lui, siamo riusciti a fare molte cose. Vedi la soluzione sugli Orti Giulii». Nel dettaglio, rimarca, «credo sia interesse di tutto il consiglio avere uno statuto in regola. Ogni settimana votiamo delibere: dobbiamo evitare di avere uno statuto conflittuale con la normativa. Anche perché questo può prestare il fianco a numerosi ricorsi». Ancora: «Nel merito possiamo aprire una lunga discussione: quando mi sono insediato volevo nominare un direttore generale. Vorrei ancora le circoscrizioni di una volta. E possiamo discutere se sia stato giusto eliminare la figura del difensore civico. Ma è la legge». Aggiunge Ricci: «Fra tutti i punti, che potevano essere votati all’unanimità, la polemica va sul limite del terzo mandato per gli assessori. Che non c’è in nessun Comune d’Italia, perché la legge non lo prevede. Non si capisce perché a Fano, Rimini, Roma, Torino, Milano ci devono essere regole che valgono in tutta Italia. E a Pesaro no». Poi «se vogliamo aprire una discussione sul rinnovamento è un conto. E posso essere ancora più avanti rispetto a quello che prevede lo statuto. Fosse per me, farei il limite di due mandati consecutivi anche per i consiglieri comunali. Li vorrei sempre più giovani, ma è la mia opinione e non la legge. Che invece lo vede come un restringimento dell’elettorato passivo nei confronti dei cittadini». Quindi: «Il punto non è politico» e, «per smontare ulteriormente la cosa», il sindaco fa notare che «Belloni, Delle Noci e Briglia si ricandidano comunque a prescindere». Altro elemento: «Se governeremo ancora noi, potrei cambiare tutti gli assessori attuali o rinominarli ancora un'altra volta. Perché la legge me lo consente. Ed è superiore allo statuto». Quindi: «Il punto è avere lo statuto a norma. Se non fossimo in campagna elettorale, l’adeguamento si sarebbe votato in modo unanime. Il segretario generale ha la responsabilità sulla correttezza degli atti. E ci segnala che lo statuto non è in regola: se il consiglio non lo vota si prende una bella responsabilità (alla prima votazione  si registra il voto a favore di Remo Giacchi di Forza Italia; non partecipa al voto il resto della minoranza; Pozzi e Vitali astenuti, a favore tutti gli altri della maggioranza; l'adeguamento tornerà in consiglio, ndr)». Ribadisce Ricci: «Teniamo fuori le discussioni strumentali: si tratta di adeguare le regole alle leggi. La politica non c’entra».

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