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Capitale Italiana della Cultura 2024, Ricci e Vimini alle finaliste: «Facciamo rete per rafforzare la competitività del Paese»

A Pesaro si è aperta la Masterclass finale di “Cantiere Città”, la tre-giorni realizzata dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali

Si è aperta oggi, nella sala del Consiglio comunale, la seconda delle tre giornate previste dalla Masterclass finale di “Cantiere Città”, progetto promosso dal Ministero della cultura e realizzato dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, dedicato alle finaliste della Capitale Italiana della Cultura 2024. «Questi concorsi hanno un senso se si riesce a creare una rete di città che credono nella cultura – ha spiegato il sindaco di Pesaro Matteo Ricci -, il cui obiettivo strategico comune deve essere quello di dare al Paese una carta in più di competitività culturale. Lo dobbiamo fare mettendo insieme le nostre unicità». 

La Capitale Italiana della Cultura come traino di sviluppo turistico. «I dati dicono che i viaggiatori in cerca di bellezza e cultura nel mondo sono in aumento. Quest’estate le grandi città d’arte classiche (Roma, Firenze, Venezia, ndr), sono andate in overbooking. Il nostro obiettivo deve essere quello di intercettare questo flusso, inserendoci in una rete di città medie che investe sulla cultura, creando così un valore economico inestimabile che potrà segnare il futuro per i prossimi decenni». Per Pesaro è un percorso iniziato otto anni fa, simbolicamente con il primo provvedimento del sindaco Ricci che tolse le «auto da piazza Mosca, trasformando un parcheggio in uno degli angoli più belli della città. La strategia era chiara già da inizio mandato: costruire un’economia nuova, basata su cultura, turismo e bellezza. Una delle prime cose fatte è stata stabilire una strategica comunicativa in grado di raccontare le nostre unicità: su tutte la musica, grazie al patrimonio di Gioachino Rossini; poi la bicicletta, con l’infrastruttura del benessere, la Bicipolitana, diventato un brand mondiale, e i motori. Una linea basata su determinazione e costanza, che ha scalfito la diffidenza iniziale di molti grazie al riconoscimento Città creativa della Musica UNESCO nel 2017, e che oggi ci vede Capitale Italiana della Cultura 2024: una medaglia che tutti i cittadini devono sfoggiare con orgoglio». Una sfida che Pesaro vuole trasformare in opportunità di cambiamento profondo, «costruendo un progetto triennale, perché la Capitale italiana della Cultura non può essere una fiammata, ma un crescendo rossiniano». Un’opportunità storica per tutti: «Per il territorio provinciale, perché nel 2024 ogni Comune della provincia sarà protagonista. E per le città finaliste, costruendo insieme un percorso comune e condividendo le azioni più virtuose per farne una strategia pluriennale che possa creare opportunità di lavoro e dare visibilità». Pesaro non è solo turismo, «ma un connubio con ciò che siamo: cultura del fare, della solidarietà, dello sport. Seguendo il dossier di Pesaro2024, vogliamo costruire un progetto che tenga insieme sfida ambientale e culturale».

Quella proposta da “Cantiere Città” è una «missione difficile e complessa», come l’ha definita Alessandra Vittorini, direttore della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali: «Siamo ad affrontare una sfida che vuole trasformare il rapporto di competizione tra le città candidate in un modello di condivisione e collaborazione; trasformare una sconfitta in nuova opportunità tirando fuori dai cassetti un’esperienza archiviata per trarne spunti progettuali». Un lascito da interpretare con uno sguardo nuovo, come una “legacy” da cogliere e replicare perché «modo per capitalizzare le energie messe in campo». Ha concluso Vittorini ricordando «la necessità di saper integrare le ricchezze del patrimonio culturale a una capacità progettuale che dia valore ai luoghi. Perché, come ricorda Italo Calvino ne "Le Città invisibili", “Di una città non godi le sue sette o settantasette meraviglie ma la risposta che dà a una tua domanda. O la domanda che ti pone obbligandoti a rispondere”».

 «Con questa masterclass finale – ha detto Francesca Neri, della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali - chiudiamo un percorso intenso che, in questi sei mesi, ha coinvolto i presenti **in 27 workshop e 6 masterclass, lavorando sul confronto e sulla condivisione e costruendo nuove proposte a partire dai dossier di candidatura.  

«Sapevamo di non essere la città con più elementi culturali da mostrare - ha dichiarato il vicesindaco assessore alla Bellezza Daniele Vimini -. Abbiamo perciò cercato di valorizzare, con la comunicazione e l’allestimento, ciò che già c’era». Il riferimento di Vimini va alla Sonosfera®️, «uno dei cardini del dossier de “La Natura della Cultura” che abbiamo scelto perché in grado di diventare l’esperienza forte che il visitatore può portare con sé» e ai “Concerti dal Balcone” «proposta che ha permesso, in primis ai pesaresi, di conoscere Casa Rossini e ascoltare liberamente le sue musiche». Il vicesindaco ha poi raccontato le linee su cui si muove il percorso verso Pesaro 2024 e che coinvolge anche “Cantiere Città”, un laboratorio «che sottolinea il valore delle esperienze messe in campo dalle città finaliste del titolo, con cui continueremo a condividere le buone pratiche recepite creando un metodo di continuità». La Capitale italiana della Cultura, continuerà a dare valore alla «palestra di creatività ideata con lo strumento del “Quartiere capoluogo della cultura” che ha potenziato le capacità progettuali del territorio»; coglierà la «sfida politica data dal proporre un calendario di eventi diffuso tra i 50 comuni di Pesaro e Urbino, recuperando le competenze della Provincia e lavorando su un territorio ampio da pensare rivolgendo attenzione al trasporto pubblico, alla viabilità e segnaletica omogenea per un racconto praticabile e univoco». Pesaro 2024, tramite la Fondazione pubblica che la condurrà nei lavori, «rimettendo a valore gli investimenti sul sociale che hanno guidato la strategia di Pesaro in questi anni e che hanno consentito un grande ritorno anche in termini di cultura». Il racconto di Pesaro 2024 sarà trainato sia come anticipazione, sia per averne un “effetto a lungo termine” anche dai «territori con cui Pesaro ha un legame in essere - come il Giappone e la Corea» tra i “pubblici” del Rof e Città creative della Musica UNESCO e come «le città finaliste del titolo, dalle Capitali del passato e da quelle future attraverso la condivisione di spazi, progetti e momenti». Sarà una narrazione che farà crescere tutti coloro che ne faranno parte».

Nel segno de “La Natura della cultura” il titolo del dossier scelto per Pesaro 2024, «nato una notte segnata dall’esperienza di ascolto profondo della natura e della musica compiuta nella Sonosfera®️ - ha ricordato il direttore Agostino Riitano -. Abbiamo scelto di esplorare le relazioni contemporanee tra natura, arte e tecnologia seguendo 5 linee di intervento: attraverso la natura mobile della cultura, che ne richiama il senso del viaggio; attraverso quella ubiqua, che ne coglie i segni all’interno dello spazio urbano; attraverso quella imprevedibile, che ne analizza l’inquinamento ecologico e culturale; attraverso quella operosa, tipica di questo territorio; attraverso la natura “vivente”, che richiede un nuovo contratto da stipulare tra l’umanità e il resto del vivente». Fondamentale è stato il lavoro svolto con gli “Esercizi di cittadinanza”, «un metodo applicato durante la candidatura «che si è rivelato vincente e che consiste nell’ascoltare i bisogni dei cittadini, organizzati per quartieri, per immaginare la città che ancora non c’è, pensandola sui desideri, per trasformarli in elementi su cui ideare i nostri progetti culturali». Saranno 45 quelli previsti per l’anno da Capitale durante il quale si svolgeranno circa 600 eventi con il coinvolgimento di circa 300 artisti.

A scendere in campo nell’anno da Capitale, sarà anche il Rossini Opera Festival, come spiegato dal direttore Cristian Della Chiara: «Il festival aprirà i propri magazzini, con i suoi costumi e attrezzerie frutto di 40 anni di attività per aprirle alla collettività chiamata a un ripensamento degli stessi seguendo due linee progettuali. La prima, “Fantasmi dell’opera”, permetterà di ridare vita agli oggetti tramite l’intervento di architetti che li riconfigureranno nel panorama urbano. La seconda “Gli ingredienti? Son qua” fa leva sul “Gioachino gourmand” che recuperava ingredienti preziosi dei suoi amati menu. Così facendo metteremo a disposizione dei materiali per ripensarli con un altro utilizzo: gli scampoli di costumi potranno diventare copertine di agende; i pavimenti utilizzati nelle opere potranno diventare campi da basket e diventare protagonisti di un nuovo quotidiano, sempre più sostenibile».

 
La Masterclass finale di “Cantiere Città” si è aperta ieri sera con il concerto del ROF dal balcone di Casa Rossini. Poi il tour guidato dal sindaco Ricci, che, insieme al presidente del Consiglio Marco Perugini e all’assessora alla Crescita Camilla Murgia, ha raccontato la città che cambia in vista di Pesaro 2024.

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