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Consiglio approva ‘Pesaro 2030’, Ricci: «Così guardiamo alla città che verrà»

Dall’urbanistica alle infrastrutture, il piano strategico del sindaco in consiglio comunale

PESARO – Dopo «un anno di confronto» con associazioni, ordini professionali, sindacati e «soggetti interessati», Matteo Ricci chiude il «percorso partecipativo» sulla Pesaro del 2030. Portando in consiglio il piano strategico. «E’ la cornice dell’orizzonte. La prospettiva del futuro è decisiva per costruire il nuovo modello di sviluppo. Lavorare sul presente serve, ma non basta». Se «‘Pesaro 2030’ è la bussola», il sindaco muove dall’analisi socioeconomica: «Con la crisi siamo passati dal 3 per cento ad oltre il 12,5 per cento di disoccupazione. Oggi, per fortuna, il dato è sceso al 7-7,5 per cento. Ma è innegabile che l’impoverimento è stato forte e non siamo più quelli di prima». Secondo il sindaco, «c’era il rischio che venisse meno, ma negli anni della crisi la coesione sociale ha tenuto. Sul welfare siamo andati incontro ai bisogni crescenti». Per «reggere e guardare avanti», Matteo Ricci ci mette il rilancio degli investimenti, «ripartiti per decine di milioni di euro, dopo lo sblocco del patto di stabilità. Che ora, dopo la sentenza della Corte costituzionale, diventeranno azioni strutturali in futuro, grazie agli avanzi liberi». In parallelo, il sindaco cita la spinta su «servizi, turismo, vivacità e cultura. Gli elementi caratterizzanti dell’identità pesarese e dello sviluppo». C’è il riferimento alla sostenibilità dell’«Agenda 2030». Insieme al Bes dell’Istat, «nuovo indicatore elaborato dall’Istat, entrato nella legge di bilancio per misurare la qualità oltre alla quantità della crescita». Esempio: «Quanto vale un investimento come la bicipolitana, in termini di inquinamento mancato, impatto sulla salute, benessere delle persone? Misurare il Bes delle città è la strada giusta».

IL DISEGNO -  Insomma: «Rimarremo ovviamente legati alla manifattura. Ma non possiamo più vivere solo di quello». Così, «da un lato dobbiamo aiutare le imprese a intercettare l’innovazione. Anche con i fondi europei». In questo senso, il sindaco vede con favore «la Camera di commercio unica nelle Marche. Perché serve una politica comune sulle imprese». Contestualmente, «la sfida è crescere su altri settori. Per guardare alla creazione di nuovi posti di lavoro». Quindi: «Dopo l’azione del Comune sulla vivacità, è sotto gli occhi che abbiamo un grande problema legato agli hotel. Servono più alberghi e più strutture con qualità maggiore. Altrimenti sono più le persone che arrivano di quelle che dormono qui. Abbiamo bisogno di attrarre investimenti».   L’asse portante resta la cultura, «con la musica punta di diamante per promuovere tutto il resto. E il lavoro fatto, in questo senso, su Rossini e  riconoscimento Unesco: punti di partenza».

LE SFIDE - Di qui, «l’alleanza con le città medie della cultura: Matera, Parma, Mantova, Palermo, Alghero.  Per intercettare flussi di turisti dall’estero, specie dalla Cina, al di là dell’asse tradizionale Roma-Firenze-Venezia». Oltre che le candidature di Pesaro a Città europea della cultura 2033, «mi auguro con Urbino, sarebbe il massimo». E quelle per ospitare i Mediterranean Beach Games 2023 e i Giochi del Mediterraneo 2025, costruite col Coni. «Anche per attrarre grandi eventi abbiamo programmato la riqualificazione degli impianti». Ricci infila il rapporto con l’Unione dei Comuni, Urbino, Fano. E ancora: «La relazione con il porto di Ancona, sul trasporto delle merci. E quella con Bologna, nostro hub infrastrutturale per alta velocità e aeroporto su scala internazionale». Il nuovo capitolo con Anas, rimarca il sindaco, «può inaugurare una fase nuova. Anche per riaprire ragionamenti sulla Pesaro-Urbino. Verso una strada più moderna, che superi l’imbuto di Morciola e Cappone. Partita complessa ma ora fattibile, con il ritorno all’Anas della Montelabbatese».

LA FLESSIBILITA’ - Quindi l’urbanistica: «Se alla fine dovesse emergere la necessità di una variante generale al Piano regolatore, procederemo sui binari della riduzione e della flessibilizzazione. Già 150 ettari sono tornati a destinazione verde o agricola. La tendenza non finirà, perché il Prg è sovradimensionato rispetto alle necessità economiche e al modello attuale di sviluppo sostenibile». La sintesi: «Aiutiamo la città a trasformarsi con un Prg meno rigido, più flessibile. Applicando il paradigma del ‘costruire nel costruito’. Nel documento abbiamo individuato alcune grandi aree (tra cui via Toscana e via Fermo, ndr) dove la previsione urbanistica vincolante limita la trasformazione. Servono destinazioni più flessibili, per trasformarle, in futuro, in base all’esigenza di mercato e all’andamento dell’economia».

NUOVO VOLTO - Contenitori: «Con il nuovo ospedale cambierà la zona di Muraglia. Ma dobbiamo porci, contestualmente, il tema dell’attuale San Salvatore. La parte ristrutturata può diventare una ‘Casa della salute’ e ospitare gli ambulatori sparsi in città. Il resto è da ripensare urbanisticamente. Guardando anche alla terza età e all’invecchiamento della popolazione». Il sindaco insiste con la riqualificazione di via dell’Acquedotto, l’ex intendenza di Finanza, l’ex tribunale, l’ex Bramante. Soffermandosi sul San Benedetto: «La Regione ha ridotto la stima di partenza. Bisogna insistere ancora su questa strada, per mettere sul mercato il bene a un prezzo appetibile. E adesso chiederemo all’Asur di trovare risorse per ristrutturare la parte della lavanderia. In modo da restituire almeno una parte alla città». Infrastrutture: «Bene il cantiere dell’interquartieri di Muraglia». Quanto al resto, «dopo la vicenda di Genova c’è apprensione: la minaccia di ritirare la concessione ad Autostrade sta tenendo fermi 10 miliardi di investimenti in giro per l’Italia. Noi lavoreremo per fare partire le altre opere del pacchetto prima possibile». Infine, l’arretramento della ferrovia: «E’ il momento di riproporre un progetto storico per la città. Sulla Bologna-Bari si sta intervenendo sulla media velocità. Ma nel tratto tra Cattolica e Pesaro c’è un problema legato alla conformazione. Così insieme a Fano ci siamo proposti per l’arretramento, che trasformerebbe l’attuale sedime ferroviario in una circonvallazione verde. Dedicata a trasporto pubblico elettrico e bici. Cambierebbe anche la concezione della stazione, che diventerebbe al servizio di persone e merci. C’è un tavolo aperto da mesi con Ferrovie, ministero e Regione. Stiamo sviluppando la nostra progettualità. Inserire il progetto dentro ‘Pesaro 2030’ significa giocarsi anche questa opportunità».  

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