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Coronavirus, Ricci: «Cautela e prudenza nella fase due, poi pronti a ripartire: il Comune metterà ogni energia sulla crisi»

Dura replica del sindaco in consiglio comunale da parte dell’opposizione

 

PESARO –  Dura replica di Matteo Ricci in consiglio comunale alle «accuse strumentali di una parte dell’opposizione». «Mi aspettavo ragionamenti da scienziati-dietrologi da parte di chi sapeva tutto prima dell’Oms, dell’Iss e del Comitato tecnico scientifico.  E’ la dimostrazione che queste persone non hanno governato mai niente. Chi lo fa prende decisioni in base alle informazioni che ha. Gli appelli contro il panico che ho fatto io e che hanno fatto tanti sindaci e presidenti di Regione, in quei giorni, li faceva Mattarella. Chiunque nei primi momenti ha avuto il timore che il Paese si facesse prendere dal panico». Esempi: «Prendiamo Zaia, il più bravo che avete. Il 27 febbraio dichiarava: ‘Situazione sotto controllo, scuole aperte in Veneto’. E il giorno dopo: ‘No alla psicosi, è una pandemia mediatica’. Senza parlare di Salvini che diceva di chiudere e riaprire. O di Meloni che, il primo marzo, faceva gli appelli a venire in Italia. Vogliamo andare avanti con questa storia? Fatelo pure: è una polemica ridicola». Dopodiché, «non mi aspettavo da parte di alcuni l’abbinamento con le morti. Intanto perché questo ragionamento mi è stato scatenato addosso sui social dagli odiatori seriali organizzati. E presumibilmente ha prodotto le minacce di morte che ho subito: la Digos, al momento, sta ragionando su questo ambito. Accetto la solidarietà, ma poi non dovete stupirvi se arrivano minacce di morte quando gli argomenti sono gli stessi». Ancora: «Voi non conoscete il dolore di un sindaco quando sente soffrire la propria città. Immaginatevi il dolore di un sindaco quando vede morire le persone della propria città. Abbinare i morti alle responsabilità politiche è da sciacalli e da piccoli uomini e donne. Non tutti consiglieri dell’opposizione hanno usato gli stessi termini – precisa Ricci -. Qualcuno mi ha sorpreso negativamente, non pensavo che si potesse andare oltre la decenza della polemica politica. Non ho sentito una parola su cosa c’è da fare. Non avete riconosciuto uno sforzo fatto su mascherine, buoni spesa, servizi sociali e altre azioni. Aspettavate solo un elemento su cui fare polemica. Spero che nella fase due si ragioni sulle cose da fare e nell’opposizione nasca un atteggiamento diverso. Chi vuole fare diventare una pandemia questione di piccola bottega è fuori dal mondo». Non solo: «Non azzardatevi a dire cose diverse rispetto a quelle che abbiamo fatto. Noi abbiamo sempre rispettato e applicato qualsiasi ordinanza che è stata fatta dal livello nazionale e regionale. Certo, abbiamo detto e continuiamo a dire che quando c’è un’emergenza come questa serve lo Stato. Più lo Stato e le Regioni fanno cose in accordo, meglio è per i cittadini. Non a caso la svolta c’è stata quando la partita è diventata nazionale». Infine: «Inaccettabili le parole sulla Regione: l’unica sanità in discussione in questo momento, forse, è quella lombarda. Non certo quella marchigiana».  

INTERVENTO - «Siamo davanti a un evento storico. Molti lo hanno paragonato a una guerra». Così Matteo Ricci intervenendo in consiglio comunale nell’informativa sulla fase due dell’emergenza covid. «L’Italia ha fatto da cavia per tutto l’Occidente. Purtroppo il virus è nuovo anche per la scienza. Tutto questo ha creato difficoltà decisionali di non poco conto». Pesaro e provincia tra i territori più colpiti: «Difficile trovare ragioni oggettivamente provate. Rimango convinto che abbiano influito final eight di Coppa Italia di basket e carnevale di Fano. Anche se dal Pronto soccorso sono state notate polmoniti anomale già da gennaio. Probabilmente si è trattato di una sommatoria di situazioni». Aggiunge il sindaco:« Credo che il nostro sistema sanitario e ospedaliero abbia risposto bene. Sicuramente sono stati commessi degli errori, ma il lavoro fatto nel nostro ospedale e in quelli delle Marche è stato straordinario. Eccellenti i medici e gli infermieri. L’organizzazione sanitaria ci ha consentito di usufruire della grande solidarietà regionale nei confronti dei malati di Pesaro. Sicuramente ci sono stati ritardi sui tamponi, ma nelle ultime settimane l’Asur ha recuperato molto. Anche grazie all’arrivo parziale del reagente». Passaggio sull’attualità: «Il dato fa ben sperare: oggi, nelle Marche, solo l’uno per cento è risultato positivo. Stiamo raccogliendo quello che è stato seminato 14 giorni fa». Ma il sindaco avverte: «Siamo in grande apprensione per la fase due, per questo abbiamo dato messaggi di grande prudenza e cautela. Perché il virus si è indebolito, ma è ancora in mezzo a noi». Il sindaco cita «il dolore immane per i deceduti, la mortalità più che triplicata a marzo e raddoppiata in aprile. Sarà giusto recuperare momenti religiosi e civili per l’ultimo saluto alle vittime. A loro e agli eroi dell’ospedale dedicheremo un monumento in città».

IL PUNTO - Il secondo dramma vissuto, rileva Ricci, «è quello socio-economico: Eravamo ripartiti con segnali buoni sul turismo. Adesso dobbiamo iniziare nuovamente da capo». Più in generale, «dal primo giorno abbiamo messo ogni energia sulla crisi». Il sindaco ricorda «i buoni spesa distribuiti con velocità e sicurezza, aggiungendo 63mila euro alle risorse stanziate»; le 230mila mascherine consegnate ai pesaresi (100mila euro dal Comune), «unico Comune delle Marche di una certa dimensione a fare un’operazione simile»; le ottomila mascherine lavabili e ‘col sorriso’ per i bambini. Oltre ai «contenitori organizzati per gli aiuti sanitari e alle persone in difficoltà». Poi il tavolo anticrisi con Provincia, sindacati, categorie e associazioni, «per verificare la ricaduta reale dei provvedimenti nazionali sul territorio» e per «mettere in fila le richieste alla Regione su liquidità, imprese e fondi europei». Oltre che per valutare azioni proprie. Ma il sindaco puntualizza: «Nel nostro bilancio abbiamo un ammanco spaventoso. Come tutti i Comuni non stiamo riscuotendo quasi più nulla. Vedi tassa di soggiorno, suolo pubblico, rette degli asili, parcheggi a pagamento. Non a caso, come Comuni italiani, abbiamo chiesto cinque miliardi. L’accordo fatto col governo è di tre miliardi e mezzo per Comuni, Province e Città metropolitane. Riteniamo in ogni caso che non saranno sufficienti, perché le previsioni di calo delle entrate sono troppo ottimistiche se la crisi economica durerà tutto l’anno. Per questo dobbiamo essere cauti su cosa potrà fare il Comune in aggiunta». Ovvero con risorse proprie: «Finché non vediamo il decreto, non possiamo sbilanciarci più di tanto. Altrimenti ci salta il bilancio. Che è virtuoso rispetto ad altri Comuni, considerato che la metà di loro non ha neanche chiuso il preventivo e il consuntivo. Ma nonostante questo dobbiamo essere cauti», ribadisce Ricci. «Mi piacerebbe farlo, ma non possiamo investire adesso risorse che non abbiamo a discapito dei servizi sociali. O di quelli educativi, quando ripartiranno. Sicuramente dobbiamo agire sulla leva del personale, bloccando le nuove assunzioni. Sappiamo che abbiamo bisogno del personale, ma è la prima voce su cui possiamo provare a risparmiare. Considerato che anche la modalità dello smart working, su alcuni aspetti, può dare risultati in termini di produttività. Ma sul resto, come manutenzioni di strade e scuole, servizi per l’handicap, nidi e asili, non possiamo tagliare. Per questo adesso non possiamo sbilanciarci. Non appena ci sarà il decreto che stanzierà risorse, saremo in grado di capire cosa possiamo aggiungere di nostro. E tutto ciò che potremo fare, ovviamente, lo faremo».

SCENARIO - I tre miliardi per i Comuni, informa il sindaco, «dovrebbero essere ripartiti in base alle entrate proprie delle amministrazioni e non considerando i trasferimenti storici. Un criterio giusto: significa che meno hai incassato dalla crisi del coronavirus, più soldi vengono stanziati dallo Stato. C’è una anche una discussione sulla tassa di soggiorno non da poco: alcuni Comuni vorrebbero un fondo a parte su questo. Noi continueremo la battaglia politica e amministrativa per ottenere il massimo possibile. La nostra speranza è potere salvare almeno parzialmente la stagione turistica col mercato italiano a luglio, agosto e settembre. Il bonus vacanze annunciato dal ministro Franceschini è di certo una misura importante. E nel decreto in uscita da 55 miliardi, l’importo più importante dovrà essere quello a sostegno degli ammortizzatori sociali da rinnovare. Oltre alle risorse a fondo perduto per tutte le categorie che hanno registrato un calo del fatturato di almeno il 30 per cento: bar, ristoranti, alberghi, agenzie di viaggio, parrucchieri e altri settori che si sono ritrovati a reddito zero, o molto basso, dalla sera alla mattina». Ricci chiede velocità: «La ripartenza dipende anche da questo. Deve uscire un Paese più semplice. E servono regole più flessibili sui cantieri pubblici. Anche per questo abbiamo chiesto una deroga al codice degli appalti. Oppure si aumenti la soglia per gli affidamenti diretti o si ritorni alla gara con il progetto definitivo. In modo da guadagnare velocità e supportare la ripresa. Sul punto c’è una trattativa in corso».  La sintesi del sindaco: «La fase è complessa: servono grande cautela e prudenza per non compromettere i risultati ottenuti finora. Una ricaduta, nei fatti, avrebbe un effetto devastante. Poi saremo pronti a ripartire: Abbiamo sospeso gli eventi di maggio e giugno, per il momento sono mantenuti quelli di luglio, agosto e settembre. Che in ogni caso, se le cose dovessero andare bene, dovranno essere riadattati con altre formule. Molto dipenderà da cosa succederà nei prossimi giorni». Conclusione del sindaco: «Gli amministratori del Dopoguerra hanno ricostruito dopo i bombardamenti, noi dobbiamo farlo dopo l’arrivo di un nemico invisibile. Ci sarà bisogno di unità e compattezza»

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