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Coronavirus, Ricci pubblica la sua replica in consiglio comunale: «Dedicato agli scienziati dietrologi»

Il sindaco: chi continua a innescare accuse gravi e infamanti genera odio pericoloso

PESARO –   Matteo Ricci torna sui fatti l’ultimo consiglio comunale, postando su facebook un estratto del suo intervento in aula. Così il sindaco nello stralcio pubblicato: «Voi non conoscete il dolore di un sindaco quando sente soffrire la propria città. Immaginatevi il dolore di un sindaco quando vede morire le persone della propria città. Abbinare i morti alle responsabilità politiche è da sciacalli e da piccoli uomini e donne. Non tutti consiglieri dell’opposizione hanno usato gli stessi termini. Qualcuno mi ha sorpreso negativamente, non pensavo che si potesse andare oltre la decenza della polemica politica. Non ho sentito una parola su cosa c’è da fare. Non avete riconosciuto gli sforzi fatto su mascherine, buoni spesa, servizi sociali e altre azioni. Aspettavate solo un elemento su cui fare polemica. Spero che nella fase due si ragioni sulle cose da fare e nell’opposizione nasca un atteggiamento diverso. Chi vuole fare diventare una pandemia questione di piccola bottega è fuori dal mondo». Nella sua replica odierna sui social, il sindaco si rivolge, tra gli altri, a «una parte dell’opposizione che pensa di strumentalizzare politicamente anche la morte»; «agli scienziati dietrologi e alle scienziate dietrologhe della destra di Urbino, che in mezzo a una pandemia accusano i pesaresi di aver infettato gli urbinati. Ci sarebbe da ridere se non fosse da piangere»; «a chi continua a non vedere che il Comune ha fatto tutto il possibile con il massimo impegno in questa fase drammatica, applicando alla lettera tutte le ordinanze e i decreti di Regione e governo»; «a chi cerca solo capri espiatori di fronte a una tragedia imprevedibile»; «a chi continua ad innescare accuse gravi e infamanti con l’effetto di generare un odio pericoloso». Per fortuna, conclude Ricci, «la stragrande maggioranza dei pesaresi, e non solo, mi ricorda costantemente la famosa frase di Virgilio a Dante: ‘Non ragioniam di lor, ma guarda e passa’».

 

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