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Due Mostre ai Musei Civici

Martedì 21 novembre a Palazzo Mosca, inaugurano due mostre che accompagneranno i visitatori di Pesaro 2024 durante le feste di Natale e apriranno l’anno da ‘capitale’: L’unica immagine possibile (d’après un Florilegio) di Matteo Fato nella Project Room, Una questione di spazio di Leonardo Petrucci nell’ammezzato.

I Musei Civici si preparano alle feste con una doppia offerta espositiva. Martedì 21 novembre alle 18 inaugurazione doppia a Palazzo Mosca: nella Project Room L’unica immagine possibile (d’après un Florilegio) di Matteo Fato a cura di Simone Ciglia, nell’ammezzato ‘Una questione di spazio’ di Leonardo Petrucci a cura di Marcello Smarrelli. I due eventi sono promossi dal Comune di Pesaro e dalla Fondazione Pescheria - Centro Arti Visive in collaborazione con Pesaro Musei.

Alla conferenza stampa erano presenti: Daniele Vimini vicesindaco e assessore alla Bellezza del Comune di Pesaro, Marcello Smarrelli direttore di Pesaro Musei, l’artista Leonardo Petrucci.

Ha aperto Marcello Smarrrelli: la sala del piano terra di Palazzo Mosca appena denominata ‘Project Room’ - che verrà d’ora in poi dedicata alla grafica vista la tradizione forte del territorio in questo ambito - accoglie la mostra di Fato che ha già avuto un importante personale in Pescheria. Questa volta è un lavoro inedito, la sua prima mostra di grafica ed è interessante perché Fato insegna proprio grafica da tanti anni all’Accademia di Urbino. Per lui la grafica è un modo per studiare gli artisti che ama, fra l’altro stiamo parlando di artisti marchigiani. Nell’ammezzato, invece, la mostra che chiude il 23 e apre il 24 che dunque troveranno i primi visitatori di Pesaro Capitale: per questo volevamo che fosse una mostra paradigmatica dei temi che hanno guidato Pesaro 2024: arte, natura e tecnologia. E abbiamo trovato un artista che rappresenta perfettamente questa triade. Petrucci presenta un lavoro degli ultimi 10 anni di ricerca attorno a temi come l’astrologia, la geometria sacra, tutte materie parascientifiche. L’idea guida per cui questa mostra è un vero e proprio manifesto di Pesaro 2024 è che dalla tecnologia ispirandosi alla natura possono nascere opere d’arte.

Ringrazio Marcello Smarrelli per questa doppia legatura ai Musei Civici che di fatto diventa programma di apertura di Pesaro 2024: così Daniele Vimini. Volevamo far trovare ai cittadini temporanei di Pesaro un messaggio artistico che fosse in linea con il racconto della Capitale e i 5 macro temi del dossier. Queste due mostre - in particolare quella di Petrucci - anticipano in qualche modo quelli che saranno i temi e gli interventi del 2024: come la Sfera della vita in piazza del Popolo che inaugurerà a gennaio che nasce per raccontare la terra e le forme e per dialogare in maniera costruita con gli artisti che occuperanno le varie sedi espositive della città. Anche il tema della cabala e dell’astrologia tornerà nel 2024. Quindi ci piace questo riverbero di contenuti che va a rafforzare il messaggio dei singoli progetti e che accade in uno dei periodi dell’anno di maggiore interesse per noi come il Natale. Chi arriva qui in questo periodo – che dà forma a molto di quello che volevamo far trovare ai cittadini e ai visitatori - troverà già i principali contenuti della Capitale.

Leonardo Petrucci ha spiegato come il titolo della sua mostra in realtà può essere interpretato in più modi con una molteplice chiave di lettura: sicuramente c’è il mio interesse verso l’astronomia – dunque lo spazio fisico – e in più il rapporto tra alchimia e astronomia che per gli antichi saperi è sempre esistito e poi più o meno dall’Illuminismo in poi si è creata scissione che con il mio lavoro vorrei ricongiungere. In più ‘Una questione di spazio’ anche perché l’esposizione vuole essere un contino rispetto alla mia ultima mostra alla Galleria Gilda Lavia che era un’indagine sul tempo ‘Once upon a time’: tutte le opere riflettevano il senso del tempo per l’essere umano sovvertendo le conoscenze che noi abbiamo. Mi piaceva l’idea di continuare il discorso completandolo con l’altra faccia della medaglia del tempo che è appunto lo spazio; sono due dimensioni inscindibili e mi piace pensare la mostra di Pesaro come completamento di un percorso. Quello che mi interessa più di tutti è cercare di parlare della vita intesa come elemento sacro, sia come vita in arrivo dallo spazio ma anche come vita che se ne va dal nostro pianeta. 

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