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Ex Amga, Ricci: «Polmone verde per il quartiere, chiusura bonifica sarà esempio di innovazione»

Il sindaco: firmiamo convenzione con Arpam e Università della Tuscia, avanti con fitotecnologie

PESARO – Sull’ex Amga «tra oggi e domani firmiamo la convenzione con Arpam e Università della Tuscia, poi la delibera andrà in giunta. Il progetto che concluderà l’iter di bonifica, attraverso le fitotecnologie, sperimenterà in modo innovativo una pratica all’avanguardia. Noi abbiamo deciso, come indirizzo amministrativo, di restituire quel luogo inquinato al quartiere come polmone verde. Per farlo respirare». Lo ha detto Matteo Ricci, intervenendo al seminario nazionale «Fitotecnologie per la gestione e la bonifica di siti contaminati: esempi di buone pratiche», organizzato dall’Arpam  - «non a caso abbiamo scelto Pesaro come sede del convegno», ha spiegato il direttore generale dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, Giancarlo Marchetti - che ha radunato in Provincia esperti di settore, enti e istituzioni. «Il confronto di oggi è un grande contributo per proseguire verso la chiusura del percorso», ha evidenziato ancora il sindaco. Precisando: «Il Comune ha messo milioni per la bonifica, nonostante che le sentenze abbiano attribuito ai privati l’80 per cento delle responsabilità. Il parere dell’Istituto superiore di sanità (presente in sala la responsabile Suolo e rifiuti Eleonora Beccaloni)  ha consentito a Comune, Provincia, Regione e Arpam di orientarsi nella direzione della bonifica finale».

ORIZZONTE – Più in generale, «c’è solo una strada per la nuova edilizia e l’urbanistica nelle città», ha puntualizzato Ricci. Ovvero «trasformare il costruito: chi pensa che la ripresa dell’edilizia e della pianificazione urbanistica possa passare dal consumo di nuovo territorio è fuori strada. Sul lato ambientale, ma anche rispetto al mercato». Le città, dunque, «saranno obbligate a ripensare la loro visione urbanistica. Tant’è che se dovessimo fare un nuovo Piano regolatore, sarebbe nel segno della riduzione e della flessibilità. In modo che  i progetti di trasformazione siano più facili da portare avanti». Negli ultimi anni, ha proseguito Ricci, «abbiamo riportato a destinazione verde o agricola almeno 150 ettari edificabili. Non solo per la nostra spinta sulla sostenibilità, ma anche perché i proprietari erano stanchi di pagare le tasse per terreni su cui non avrebbero mai costruito». Nel segno delle trasformazioni rispetto al costruito  anche «gli incentivi sulla riqualificazione energetica». O il bando periferie, «una delle operazioni più importanti degli ultimi anni a livello nazionale che coinvolge anche il Comune di Pesaro (con la riqualificazione di via dell’Acquedotto e dell’area intorno alla stazione; 11 milioni e 200mila euro di fondi statali intercettati, ndr)». Secondo Ricci, «più si trasformerà il costruito nelle zone degradate del Paese e nelle vecchie aree industriali, più si scopriranno bonifiche da fare. Si tratta dell’effetto collaterale di un modello di sviluppo del passato, che non ha prestato la dovuta attenzione sul fronte ambientale. Anche per le attività che si sono fatte senza le normative sulla tutela che poi, per fortuna, sono arrivate». Così «la questione delle bonifiche, nel complesso, sarà sempre più presente. Riguarderà tutte le città. E dovrà vedere il coinvolgimento di esperti e amministrazioni», ha concluso il sindaco. 

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