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Giornata contro la violenza sulle donne, Ricci: «Piaga della società. Una battaglia culturale da vincere attraverso i giovani»

«La violenza sulle donne è una delle piaghe più grandi della società. Una battaglia culturale che dobbiamo portare avanti coinvolgendo i giovani, sperando che gli adulti di domani siano migliori di quelli di oggi». Lo ha detto Matteo Ricci in consiglio comunale, intervenendo nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

«Serve un impegno costante - continua il sindaco -, i numeri sono aberranti: ogni giorno ci sono donne che subiscono violenze o che vengono uccise a causa di un amore malato o di una cultura possessiva che l’uomo ha sviluppato nei secoli. Il lavoro fatto in questi anni dal Centro Antiviolenza e dall’associazionismo femminile è strepitoso, se non ci fosse stato avremmo avuto ancora più violenze e vittime. Un impegno che le istituzioni devono sostenere e portare avanti nelle scuole, nella vita pubblica e con piccoli gesti che possono contribuire a vincere questa sfida di civiltà. Non dobbiamo mai dimenticare che il presente sarebbe potuto essere peggiore se non ci fosse stato l’impegno delle donne, delle istituzioni e delle forze dell’ordine».

Il Consiglio comunale si è aperto con un minuto di silenzio per ricordare Anastasiia Alashri, la giovane ucraina uccisa a Fano dall’ex marito il 14 novembre scorso. «Ho apprezzato molto il fatto che oggi il presidente del Senato La Russa sia stato a Fano. Leggendo l’articolo e la cronaca di questo omicidio siamo rimasti tutti increduli. Una storia impressionante, perché sia Anastasia che il suo assassino erano scappati dalla guerra per vivere, invece colui che avrebbe dovuto amare quella donna l’ha uccisa, le ha fatto trovare in questa terra l’inferno. Una cosa inaccettabile, che purtroppo capita costantemente. Ce ne siamo resi conto qualche anno fa con lo sfregio a Lucia Annibali. Purtroppo, abbiamo ancora una cultura eccessivamente maschilista e possessiva nei confronti delle donne. Per questo è importante rivolgersi ai giovani, sperando che riescano a cambiare le cose e a fermare questo fenomeno». Poi conclude: «Dobbiamo continuare ad assistere le donne. Aiutandole a capire che la violenza non è normalità. Dobbiamo ascoltare le loro grida e proteggerle». 

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