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La città onora il Giorno del Ricordo. Ricci, Perugini, Murgia: «Rinnovare la memoria delle foibe, impegno di civiltà»

Stamattina la cerimonia, a Trebbiantico, con le testimonianze degli esuli giuliano-dalmata, della scrittrice e docente Adriana Ivanov Danieli e l’esibizione del Conservatorio Rossini. Il racconto dell’opera di solidarietà di padre Damiani protagonista de “Il mare che non divide, unisce”

Si è svolta a Trebbiantico “Il mare che non divide, unisce” la mattinata promossa dal Comune in collaborazione con la Prefettura di Pesaro e Urbino e l’Ufficio scolastico provinciale per onorare il Giorno del Ricordo che ricorre oggi, 10 febbraio. 

«Una giornata importante, che ogni anno le istituzioni italiane ricordano con un certo senso di colpa perché, per decenni, questa vicenda così drammatica fu nascosta e rimossa a causo dello scontro ideologico seguito alla Seconda Guerra Mondiale» ha detto il sindaco Matteo Ricci. «Un dibattito accesso, con divisioni tra chi addossava le colpe al fascismo e chi al comunismo di Tito. Poi finalmente, grazie alla presa di posizione del Parlamento e del presidente della Camera Violante, si riuscì ad avere una visione oggettiva su ciò che era successo. Nessuno nasconde le violenze fasciste, ma non si può non vedere anche lo sterminio etnico compiuto dalle truppe di Tito, spinto dalla vendetta contro i responsabili delle violenze fasciste». «Chiunque aveva origini italiane finiva nel “buco” - ha ricordato Ricci -. Migliaia di persone innocenti, solo perché italiane, finirono dentro le foibe. Si utilizzò un elemento morfologico per nascondere e uccidere, per fare sparire storie di famiglie intere». Il primo cittadino ha poi ricordato il ruolo di Pesaro: «In tanti scapparono lungo l’Adriatico e trovarono rifugio nelle nostre città. A Pesaro lo trovarono grazie alla grandissima opera di Padre Damiani. Le famiglie sono state accolte e hanno spostato le loro radici, lasciando sempre un pezzo di cuore in quella terra martoriata storicamente da tante guerre». «È stato bello vedere nel 2020 il presidente Mattarella mano nella mano con l’omologo sloveno Pahor davanti alla foiba di Basovizza. È stato il segno dei tempi che cambiano e la dimostrazione che l’Europa è l’unico antidoto che abbiamo contro il nazionalismo sfrenato, contro le intolleranze e contro coloro che vogliono rimuovere tragedie come queste. Non c’è futuro senza un’Europa unita».  

«È difficile trovare le parole per raccontare ciò che il cuore sente» ha aggiunto il prefetto Tommaso Ricciardi che ha esortato i ragazzi «a trasmettere alle coscienze l’orrore verso il male affinché questi fatti non avvengano più. Il 10 febbraio dev’essere un momento celebrativo ma soprattutto un momento di riflessione e impegno attivo».  

Come accaduto stamattina durante un appuntamento che ha coinvolto l’intero Consiglio comunale, presente in videoconferenza, come ha sottolineato il presidente Marco Perugini: «Insieme, siamo vicini agli esuli giuliano-dalmata e insieme ci impegniamo a tenere salda quell’umanità che ci consentirà di non rivivere una grande tragedia nazionale come quella delle foibe». Un capitolo di storia, «costato un enorme spargimento di sangue e a cui dobbiamo il “dovere del ricordo”. Una conquista per il Paese che per anni ha nascosto la vicenda, e per Pesaro che si onora della straordinaria esperienza di solidarietà di padre Damiani». Un impegno che la presidenza del Consiglio si è già assunto, finanziando una borsa di ricerca «per valorizzare la storia della comunità e stimolare la narrazione di questa pagina di storia».

L’obiettivo del recupero di una memoria taciuta, è stato ripreso anche dalla dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale Alessandra Belloni. «Siate assetati di sapere» ha detto rivolgendosi agli studenti e tracciando il valore di una «giornata che riprende la storia dei connazionali risucchiati dai buchi neri o diventati esuli. Uomini e donne che hanno dovuto pagare una doppia onta: la morte e la dimenticanza. Non esistono tragedie diverse – ha concluso – sono tutte dovute alle ideologie totalitariste e nazionaliste; i giovani devono saperle riconoscerle, per fare in modo che non si ripetano».

A sottolineare l’importanza del coltivare il pensiero critico, l’assessora alla Crescita e Gentilezza Camilla Murgia che ha rivolto il suo plauso ai docenti e agli studenti «per aver trasformato una storia terribile in un momento di confronto e riscoperta della nostra identità. Pesaro è da sempre una città accogliente; ha dimostrato di saper trasformare l’odio in empatia e gentilezza. Due tratti distintivi del territorio che il lavoro fatto dai ragazzi ha permesso di riscoprire». E in cui ritrovarsi, «affinché l’accoglienza possa essere rimessa in moto. L’augurio è quello di non sentire più di scorsi “di noi e di loro”, di ritrovare la nostra identità cittadina e di crescere attraverso la conoscenza, solo questa può rendere liberi».

A chiudere la mattinata, a cui ha partecipato anche il vicesindaco Daniele Vimini, sono stati gli interventi dell’esule Milena Trolis Salomone che ha ribadito il «diritto di vedere riconosciuta la verità storica della nostra tragedia di allora; una necessità che renderà merito a noi profughi del passato e del presente» e l’intervento della scrittrice e docente Adriana Ivanov Danieli, esule da Zara all'età di un anno, e già insegnante di materie letterarie al liceo Tito Livio di Padova. «È una giornata che commemora la tragedia dell'esodo giuliano dalmata che ripercorro e trasmetto con tutto il mio cuore, la mia passione e il sentimento ai ragazzi di oggi» ha detto Ivanov Danieli che ha sottolineato: «Pesaro adottò tanti esuli nel triste momento in cui dovettero lasciare le loro terre, allo sbando per il mondo, in una diaspora simile a quella degli ebrei. Molti di noi furono accolti in questa città. E per questo che ringrazio con fraterno senso di riconoscenza le autorità, in particolare il prefetto Ricciardi, il sindaco Ricci e il presidente Perugini, che tanto si è speso nel voler dare onore a una storia che nei libri scolastici c'è poco o è assente. Dobbiamo riprendere il racconto di una vicenda tragica di quel popolo italiano, di quell’Italia che era al di là del mare».

Cornice de “Il mare che non divide, unisce”, è stata l’esibizione musicale di Federico Ciacci, Ivan Georgiev, Veronica Ceccaroli e Petru Zdrobau, del Conservatorio Rossini che si è tenuta davanti alle istituzioni e alle ex studentesse dell’istituto comprensivo Dante Alighieri, vincitrici del premio Brancati (nell’anno scolastico 2018/2019) per il lavoro realizzato sul Giorno del Ricordo.

L’appuntamento è stato trasmesso nelle aule delle scuole secondarie della città, sulla pagina Youtube del Comune di Pesaro e su RossiniTv (canale 633) che riproporrà la mattinata nelle repliche in programma sabato 12 alle 18.45 e domenica 13 febbraio alle 16.30.

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