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La cittadinanza benemerita a Signoretti apre il Consiglio comunale: al centro la sanità e i lavori all’Auditorium Scavolini

Un minuto di silenzio dedicato a Giuseppe Luigi Fanuli, presidente del Tribunale di Pesaro, deceduto nei giorni scorsi, ha aperto il consiglio comunale caratterizzato dal dibattito sui lavori per il futuro Auditorium Scavolini e dell’ordine del giorno urgente sul tema sanità presentato dalla maggioranza “sulla proposta di modifica della legge 13 presentata dal Governatore Acquaroli”. In apertura, l’approvazione della cittadinanza benemerita a Franco Signoretti e l’emozione dell’imprenditore per il riconoscimento ricevuto.

INTERROGAZIONI
In apertura, si è parlato della situazione degli “ex dipendenti Tundo Spa” con l’interrogazione del consigliere Dario Andreolli a cui ha risposto l’assessora alla Crescita e alla Gentilezza Camilla Murgia. «È una situazione molto sentita dall’Amministrazione, sensibile e da subito vicina ai lavoratori della ditta». L’assessora ha spiegato: «Il Comune, ha provveduto a pagare in surroga i dipendenti della Tundo finché è stato possibile farlo ovvero fino allo stipendio del mese di settembre 2021 compreso». Due mesi dopo, a novembre, la ditta «ha depositato ricorso per ammissione al Concordato preventivo in bianco. Poiché da metà novembre i lavoratori sono stati assunti dal nuovo appaltatore, non sono stati pagati gli stipendi di ottobre e metà novembre oltre al Tfr relativo a tale periodo. A questo è da aggiungersi che, nonostante le ripetute richieste, la ditta non ha mai fornito all’Amministrazione le buste paga relative ai mesi impagati». Murgia ha ricordato che, «La Legge Fallimentare (l. 267/1942), per tutelare la par condicio creditorum, vieta, sotto pena di nullità, di effettuare pagamenti di debiti sorti anteriormente alla procedura concorsuale o di compiere azioni che diminuiscano il patrimonio del debitore. Tutti i crediti maturati dall’impresa soggetta al concordato devono infatti confluire nella “massa fallimentare” ed essere distribuiti tra i vari creditori in base al titolo di ognuno, secondo il Piano di riparto omologato dal Tribunale». Come suggerito anche dal Commissario Giudiziale contattato dall’Amministrazione, che ha anche fatto presente che «i dipendenti vengono tutelati in sede fallimentare poiché nella prassi il Piano concordatario viene omologato solo se prevede il pagamento delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti al 100%, trattandosi di crediti privilegiati, se non addirittura prededucibili». Inoltre, anche nel caso in cui il Piano non fosse omologato, «i lavoratori sarebbero tutelati attraverso il Fondo di Garanzia istituito presso l’INPS». I dipendenti «otterranno quindi quanto a essi dovuto». L’assessore ha citato anche le altre amministrazioni che intrattenevano rapporti con Tundo (Comune di Roma, Asl di Lecce e Comuni più piccoli), «che hanno seguito la stessa condotta del Comune di Pesaro». In conclusione, Murgia ha aggiunto che, dalle informazioni del 27 giugno 2022 del Commissario Giudiziale, «si è appreso che il Piano è stato depositato da Tundo e nei prossimi mesi verrà sottoposto ai creditori per l’approvazione».
Andreolli: «Ho firmato quest’interrogazione per riportare alla luce situazione che mi sta a cuore e che lede il diritto di lavoratori che hanno svolto servizio in condizioni difficili e consapevoli dei rischi che stavano correndo».

PROPOSTE DI DELIBERAZIONE
Il consiglio comunale si è aperto con l’approvazione all’unanimità del “Conferimento della Cittadinanza benemerita al signor Franco Signoretti prevista dalla delibera presentata dal sindaco Matteo Ricci. “Stimato imprenditore pesarese – si legge nelle motivazioni -. È una persona di grande cultura, appassionato collezionista d’arte e filantropo. È stato più volte al fianco del Comune per eventi espositivi e a sostegno di eventi culturali. Ha sempre nutrito per la nostra città un grande affetto oltre ad essere profondamente legato al suo patrimonio artistico, alle sue eccellenze e la passione per l’arte, la musica, la cultura in generale caratterizza la sua vita tanto da renderlo un prezioso testimone di Pesaro Capitale italiana della Cultura 2024”.
Mattioli: «La commissione Cultura ha apprezzato la richiesta del vicesindaco Vimini. A colpirci particolarmente è stato l’impegno di Signoretti nel portare la musica in piazza e alla portata di tutti».
Andreolli: «La città è grata a chi ha dato la possibilità all’Orchestra S. Rossini di crescere negli anni e portare avanti progetti capaci di avvicinare il grande pubblico al teatro e alla musica. È un doveroso riconoscimento per l’opera importante di riqualificazione che Signoretti ha fatto su palazzo Perticari, un vero progetto di rigenerazione urbana».
C. Rossi: «Grazie per tutto quello che ha fatto per la città».
Presente in aula, Franco Signoretti si è detto «Lusingato, orgoglioso ed emozionato. È un riconoscimento importante, del quale sento tutto il peso anche perché inaspettato. Fa piacere quando la tenacia e l’impegno vengono premiati, sarà motivo per continuare in questa direzione. Ringrazio tutta l’Orchestra Sinfonica Rossini, il sindaco e il vicesindaco del Comune e l’assise: state facendo un ottimo lavoro per la città. Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024 è un risultato straordinario per tutto il territorio. Dobbiamo lavorare insieme e ognuno deve contribuire con le proprie possibilità, per arrivare a un risultato che determinerà il futuro della nostra bella città».

Al centro del dibattito dell’assise, sono stati poi i lavori per l’ultimazione dell’Auditorium Scavolini. Con 20 voti favorevoli e 8 contrari, è stata approvata la “Variazione al Piano triennale delle opere pubbliche 2022-2024”, esposta dall’assessore al Fare Riccardo Pozzi che conta la quota destinata all’intervento sulla struttura di viale dei Partigiani. «La delibera di oggi - ha spiegato - è importante perché traccia una linea col passato - con diversi elementi di difficoltà che non nascondiamo e su cui i tecnici faranno chiarezza con una relazione -, e indica un cambio di passo, una road map di un percorso nuovo. Percorso che prevede il passaggio del progetto definitivo dell’Auditorium Scavolini, martedì in giunta, la conclusione dell’appalto della ditta che oggi sta lavorando, entro il mese, l’accensione di un mutuo da 3,5mln per la conclusione dell’opera e l’individuazione della ditta che dovrà entrare nell’auditorium e iniziare i lavori». Il cambio di passo è dato dall’individuazione «del nuovo responsabile del progetto e del procedimento, che sarà l’architetto Severini». Sul cos’era e cosa sarà, «un’opera importante non solo simbolicamente per i pesaresi (è il santuario del basket della città, il teatro degli scudetti dall’88 al 90 vinti dalla Scavolini Pesaro)», ha aggiunto: «Sarà un punto di riferimento per tutti gli eventi e gli spettacoli – nazionali e internazionali - per il quale la città oggi non può dare risposte; sarà il luogo centrale del Rof, e punto di riferimento, per la cultura, la musica e lo sport con 2000 posti. Sarà una struttura che guiderà la trasformazione di una parte della città. E siamo qui come giunta a chiedere di votare questo step che darà avvio a un percorso nuovo». Nel precisare «cosa ci ha spinto a portare avanti le nostre scelte», Pozzi ha precisato: «Nel 2015, occorreva appaltare per non perdere gli investimenti dovuti allo sblocco del Patto di Stabilità. Nelle verifiche successive alla redazione del progetto, sono emerse carenze strutturali ed energetiche. Carenze che hanno posto l’Amministrazione davanti a un bivio: chiudere così l’intervento, esponendo il Comune al rischio di risarcimento danni e alla perdita dei contributi pubblici e di sponsor privati; oppure decidere di scommettere su un’infrastruttura strategica per Pesaro 2024, e per un rilancio di competitività». L’assessore ha presentato le criticità degli ultimi mesi, «L’essere partiti da un progetto iniziale carente ci ha fatto scontare ancor più le difficoltà degli ultimi sette mesi: lo shock del mondo dell’edilizia, l’inflazione a 2 cifre – e le speculazioni collegate -, i costi delle materie prime, dell’energia». I costi. «Il compito dell’Amministrazione è cercare le risorse. Abbiamo ottenuto il finanziamento del Gse, risorse che ci permetteranno di realizzare una struttura energetica nZEB con sostanziali vantaggi di costi di gestione; abbiamo trovato la disponibilità di un’importante famiglia pesarese che ha contribuito con 1,2mln all’intervento; abbiamo proseguito un percorso che darà un valore patrimoniale più ampio (con i 500mq funzionali anche ad investitori privati) all’immobile». Cifre che restituiranno, a carico dell’Amministrazione, un costo finale di 5,6mln. La domanda che ci siamo posti dall’inizio è: portare avanti la ristrutturazione dell’Auditorium ha questo valore? Io penso di sì, per il fatto che, a Pesaro, non si fanno incompiute (sarebbe stata l’alternativa) ma soprattutto perché sarà il motore economico della città».

A presentare la relazione tecnica dell’opera di viale dei Partigiani è stato il dirigente del Comune, l’architetto Maurizio Severini. «Nel 2015, quando è nata l’idea, non c’era tempo da perdere per non perdere l’occasione dello sblocco del Patto di stabilità, tant’è che il progetto definitivo venne redatto in 3 mesi. L’unica strada percorribile all’epoca, era quella di un progetto integrato». E ancora, «Il costo totale del progetto iniziale era di 4 mln di euro», i pareri sul progetto, «non vennero richiesti, si demandò tale fase a momenti successivi, consci dei pericoli che comportava». Cosa che avvenne, soprattutto considerati «gli assunti da cui si era partiti: una struttura non antisismica, il manto in eternit, le tribune che non avevano influenze con la struttura centrale». Una volta fatte le verifiche di legge, gli assunti elencati dall’architetto, «hanno prodotto un incremento di costi; non sapevamo che la resistenza antisismica era quasi pari allo 0. Sono emerse diverse difficoltà che hanno portato a un incremento di costi». Sulle ditte. «Alla gara, che si svolse regolarmente, parteciparono in 7. Di questi vinse l’ATI composta da Sea Group (capogruppo), C.A.R di Rimini e da liberi professionisti. Sea si ritirò e l’incarico venne assunto dalla C.A.R. di Rimini che indicò la G.M. come esecutore delle opere». Fu in questa fase che si inserirono due elementi nodali: il sisma del 2016, che acuì la percezione del pericolo terremoto e impose una modifica normativa; l’ingresso dell’architetto Eros Giraldi 2017, dirigente del Comune, che assunse la responsabilità del procedimento del palazzetto. Qui si inserisce anche il bivio citato dal sindaco Ricci e dall’assessore Pozzi. «Furono fatte una serie di valutazioni che spinsero l’Amministrazione verso il completamento della progettazione con un nuovo cantiere. Si pensava di far fronte alle opere aggiuntive necessarie con i ribassi d’asta e con il contributo del Gse». «Si scelse di procedere con una consegna parziale del cantiere per far eseguire le opere che comunque andavano fatte. Ma ne emersero ulteriori problematiche». Severini ha sottolineato che «Alcuni subappaltatori non hanno mantenuto fede ai loro impegni» e che questo «ha provocato ritardi e sospensioni determinanti sull’andamento dei lavori, nonostante i solleciti degli amministratori». L’architetto ha infine richiamato l’ulteriore arresto del cantiere, lo scorso autunno, prima di ricordare gli elementi critici dell’iter del futuro Auditorium, «le carenze del progetto iniziale, una gara d’appalto svolta sul criterio dell’offerta economica più vantaggiosa che ha impedito all’Amministrazione di avere coscienza immediata dello stato di fatto (perché legata al rispetto dei tempi); l’esecuzione dei lavori (imprevisti iniziali, carenze risorse, etc), un progetto esecutivo che non dava soluzioni alle problematiche emerse».

INTERVENTI
Marchionni,
ha fatto «l’elenco degli annunci» dell’Amministrazione, su quello che ha definito un «cantiere lumaca», a partire dal 2015. «Sembra davvero la storia infinita – ha detto -. Sono stati fatti annunci che non stanno in piedi; la narrazione che c’è stata in quest’aula, nella stampa, sui social non è verosimile; non corrisponde alla realtà». Sulla relazione tecnica di Severini, «va in una direzione, gli annunci dall’altra. Quando le opere termineranno? Quando le due strade si incontreranno?». Sui pareri richiesti in un secondo momento, «dare incarichi quando ancora non si ha chiaro il progetto o l’entità di ciò che c’è all’interno della struttura è da irresponsabili».
Tecnico l’intervento di Dallasta: «Nel 2019, avevo detto “Avremo un palas che non garantirà perfettamente l’antisismicità”. Si doveva avere il coraggio di demolire e rifare da zero la struttura».
Malandrino: «È stato introdotto un tema mai toccato: i continui richiami fatti all’impresa costruttrice. Come Fli ci siamo presi la briga, e non perché siamo contro Pesaro, di studiare le 1200 pagine di delibere. La prima cosa emersa è che delle due dall’Ati una era impeccabile, l’altra aveva subito la revoca di incarichi da diverse amministrazioni. La prima, quella che aveva le spalle più larghe, è quella che si è ritirata. Non mi stupisco quindi dei ritardi. Una ricerca sull’impresa andava fatta. Sette anni di lavori, costi più che raddoppiati: cosa dire?».
Marchionni A.: «Ci è stata raccontata una sorta di tempesta perfetta».
Andreolli: «La narrazione di responsabilità fatta dall’assessore Pozzi non collima con quella fatta nel passato, che non depone a favore di questa Amministrazione. Nel 2015, quando è nata l’idea del palas, c’era una grande voglia di correre. Voglia che ha portato a un progetto iniziale sbagliato che, al di là degli intoppi, insisteva nell’arrivare a un progetto il più debole possibile ma il più velocemente possibile e che non comprendeva neanche la normativa antisismica, diversa dall’attuale ma comunque esistente». «Non c’è stato dolo nel fare annunci ma poca consapevolezza di ciò che avevate davanti, che ha portato a scelte sbagliate».
Lugli: «Delibera importante e strategica che arricchirà la città aumentando ulteriormente il valore dell’offerta culturale e sportiva anche in vista di Pesaro, Capitale italiana della cultura 2024. È vero, i lavori si sono protratti troppo, i costi sono aumentati e la progettazione si poteva fare in maniera diversa ma, “chi non fa non sbaglia”, e quest’opera dev’essere completata».
Redaelli: «Quanti altri buchi neri si nascondono sotto i progetti annunciati e non realizzati da questa amministrazione?».

A seguire è stato il via libera dell’aula - 17 favorevoli e 6 contrari - alla “Variazione al Bilancio di previsione finanziario 2022-2024 e applicazione quota dell’avanzo di amministrazione al 31/12/2021” presentata da Andrea Nobili, assessore al Rigore: «Il tema più importante è quello discusso con la delibera precedente relativa alla Variazione al Piano delle opere legata ai lavori all’Auditorium Scavolini. Si tratta di 800mila euro di incremento alla quota di mutuo già stanziato di 2,5mln di euro; a questi si aggiungono i 260mila euro di quota dovuta da avanzi di amministrazione, sempre vincolati a un mutuo per la ristrutturazione di impianti sportivi e di pubblico spettacolo. La variazione conta anche i contributi regionali, come i 20mila euro per il centro filo-didattico di Pantano, 333mila euro legati a Pnrr per l’abilitazione al servizio Cloud del Comune, 80mila euro per il trasferimento all’ente del progetto europeo Revival». «Rientrano nella variazione anche le opere di urbanizzazione a scomputo degli oneri per la realizzazione di edifici in via Cimarosa; i contributi di 3mila euro per tre annualità per la sponsorizzazione del campo da Rugby al parco Scarpellini; i 72mila euro destinati da Marche Multiservizi per il sostegno al pagamento delle utenze della Tari delle famiglie più bisognose».

Passa all’unanimità la delibera per la “Nuova disciplina per la trasformazione delle aree già concesse in diritto di superficie e rimozione dei vincoli convenzionali contenuti nelle convenzioni stipulate e approvazione nuova disciplina” con la delibera presentata da Mila Della Dora, assessora alla Rapidità: «Andiamo a modificare il regolamento comunale per rispondere alla legge nazionale, entrata in vigore meno di un anno fa, che disciplina il corrispettivo da pagare per la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà all'interno delle aree PEEP». Il regolamento recepisce gli aggiornamenti introdotti: «Abrogati i tetti massimi di 5000€ per appartamenti fino a 125 mq e quelli di 10.000€ per appartamenti oltre i 125 mq, introdotti l'anno scorso. Di fatto si torna, con piccole modifiche, alla normativa in vigore fino al 30 luglio 2021».

MOZIONI E ORDINI DEL GIORNO
Sanità: porta la firma dei capigruppo di maggioranza, l'ordine del giorno, con carattere d’urgenza, presentato da Mattioli, Petretti, Castellani, Vanzolini, Conti, Mariani, "sulla proposta di modifica della legge 13 presentata dal Governatore Acquaroli". Nel documento, i consiglieri invitano il sindaco a “esprimere al Presidente Acquaroli la più recisa contrarietà della città nei confronti della soppressione dell’Azienda Ospedaliera Marche Nord” e a “richiedere allo stesso Acquaroli, chiarimenti dettagliati sulle intenzioni della Regione circa le alte specialità oggi presenti a Marche Nord, sulla classificazione dei presidi ospedalieri di Pesaro e Fano, sulla strategia della Giunta Regionale per frenare l’emorragia di personale qualificato e la piaga della mobilità passiva e sul deficit di posti letto del nostro territorio”.
Andreolli: «È un odg carico di pregiudizio e strumentalità. L’operazione “nostalgia” è poco efficace. La difesa dell’Asur regionale è priva di un’analisi: andrà in soffitta senza rimpianti, né levate di scudi». «Davanti alle sfide che si presenteranno, è necessario integrare ospedale e territorio, come prevede la riforma».
Malandrino: «La sanità delle scorse gestioni regionali non ha funzionato né in termini di riduzione della mobilità passiva né in termini di funzionalità. Il nuovo piano della giunta regionale risponde a quanto presentato ai cittadini che hanno votato il centro destra proprio per attuare questa riforma».
G. Marchionni: «Due mesi fa il presidente Acquaroli era intervenuto in questa sede per parlare del tema e aveva detto di aver commissionato uno studio per verificare il reale bisogno dei cittadini; un’analisi su cui la giunta delle Marche avrebbe lavorato per costruire la miglior sanità possibile per l’intero territorio». Dalle verifiche, per Marchionni, «La mobilità passiva riguarda i bisogni immediati dei cittadini, che sono frutto dell’impostazione data dalla giunta di centrosinistra fino ad oggi; e che non risponde al fabbisogno dei marchigiani». E ancora, «Quando non c’è dialogo tra territorio e azienda ospedaliera, la sanità crolla».
L. Biagiotti: «Una perplessità viene: che fine farà il personale? C’è tanta difficoltà a comprenderlo, soprattutto tra chi lavora nel settore».

 

 
 

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