Contenuto principale

Lampedusa Isola di Pace, Ricci: «L’Europa non lasci soli i sindaci di frontiera e pensi ad una politica d’accoglienza comune e costante»

«L’Europa non lasci soli i sindaci di frontiera e pensi ad una politica d’accoglienza comune e costante». È questo l’appello che il sindaco di Pesaro Matteo Ricci ha lanciato dal palco di “Lampedusa Isola di Pace”, alla presenza del presidente della Camera Roberto Fico, del sindaco di Lampedusa Salvatore Martello e di decine di primi cittadini italiani. Al centro dell’evento la guerra in Ucraina e il tema dell’accoglienza come patrimonio “immateriale dell’UNESCO”.

«Sono stati giorni complessi – ha detto -. Abbiamo appena trascorso un 25 aprile molto difficile. Perché chi, come noi, è per l’accoglienza, guarda con grande fastidio ad ogni forma di violenza.
Quando c’è una guerra così violenta dobbiamo essere lucidi: non si può distinguere il mondo tra buoni e cattivi, ma non si può essere imparziali davanti all’invasione, ai bombardamenti, ai massacri di uno Stato sovrano. Chi crede nei valori costituzionali non può che stare dalla parte del popolo che resiste. Mi sono spesso chiesto cos’avrei fatto se la guerra fosse scoppiata nella mia città? Non avrei alzato bandiera bianca, avrei combattuto, avrei cercato di resistere e aiutare il mio popolo a resistere». Poi continua: «Se ora si può parlare di negoziato è perché un popolo ha resistito. Ma non dobbiamo commettere l’errore di pensare che l’Ucraina possa vincere la guerra, perché potrebbe portare ad un prolungamento infinito del conflitto. Pur stando dalla parte giusta dobbiamo cercare spiragli per un accordo di pace, pragmatico e concreto. Serve il pragmatismo di uomini di pace, che cercano la strada del negoziato. In tutto questo l’Europa ha un ruolo importante, deve fare un passo avanti: la strada da percorre non è quella dei nazionalismi o sovranismi, ma quella di un’Europa più federale. Con una politica estera di difesa, energetica e dell’accoglienza comune».

Il tema dei confini e dell’accoglienza. «Un Paese in grado di organizzare meglio solidarietà e accoglienza è anche più competitivo e forte. L’Europa non può lasciare soli i sindaci di tutte le terre di frontiera. In questo senso spero che la vicenda ucraina faccia fare un passo avanti sul tema dell’accoglienza, che deve essere comune e costante perché la storia ci insegna che i fenomeni migratori continueranno ad esserci».

La solidarietà diffusa e i fondi ai Comuni. «Bella la gara di solidarietà che si è creata. A Pesaro molte famiglie hanno aperto la porta delle loro abitazioni. Bene che il Governo abbia previsto aiuti per chi accoglie, ma - Ricci lancia l’appello al presidente della Camera Fico – sarebbe stato meglio se i fondi fossero arrivati direttamente ai Comuni, in grado di distribuire le risorse più rapidamente».

I flussi migratori nella storia, l’esempio di Pesaro. «Vengo da una famiglia di minatori. Quando nel dopoguerra l’Italia scambiò manodopera in cambio di carbone, tra questi minatori c’era anche mio nonno. Se noi abbiamo avuto il boom economico degli anni ’60, è anche grazie a quei lavoratori, che hanno scambiato la loro fatica con l’energia utile a mettere in moto l’Italia. Ma cos’ha spinto i miei nonni a partire? La ricerca di un futuro migliore per sé e per i propri figli. Ovvero quello che sta alla base di tutti i flussi migratori, che ci sono stati e che continueranno ad esserci. La ricerca della felicità è un diritto universale che non possiamo non riconoscere ad ogni popolo del pianeta. Per questo l’Europa, culla della civiltà, deve capire che l’accoglienza è una delle politiche comuni per fare il salto di qualità ed essere un soggetto globale. Altrimenti rischia di essere fuori dalla storia».

Infine i ringraziamenti, «al sindaco di Lampedusa Salvatore Martello per l’invito a questa iniziativa che mette insieme una rete straordinaria delle città di frontiera»

 

 

Torna all'inizio