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Nasce - con il voto unanime del Consiglio comunale - l’Osservatorio Pari Opportunità

Il ricordo di Anastasiia ha aperto l’assise intitolata “Donne in dialogo” dedicata al 25 novembre che ha approvato la mozione per la creazione dell'Osservatorio, «uno strumento a tutela delle pari opportunità»

Un minuto di silenzio in ricordo della 23enne ucraina Anastasiia Alashri, vittima del femminicidio compiuto dal marito, ha aperto il Consiglio monotematico “Donne in dialogo. La cultura delle parità” che il Comune ha promosso per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

In apertura ai lavori, il presidente del Consiglio comunale Marco Perugini ha ricordato il senso del 25 Novembre: «Una Giornata utile a ricordare alle donne vittime di tutti i tipi di violenza che non sono sole; che sul territorio c'è una rete di servizi pronta ad accoglierle, ascoltarle, aiutarle. Lo facciamo sperando che quanti compiono atti di violenza si sentano, invece, soli. La comunità deve condannare a parole e con i fatti i loro gesti e giustificazioni. E noi dobbiamo riflettere sulle nostre azioni o non azioni, sulle parole che usiamo, sui giudizi che esprimiamo. Perché la violenza è anche indifferenza». «Dobbiamo rammentare che il dolore e le ferite di ogni storia sono a sé stanti, uniche, incomparabili - ha aggiunto -; dobbiamo rispettare e schierarci al fianco delle donne vittime di violenza, perché non esista mai il dubbio di chi ha colpa».

Dedicato ad Anastasiia l’intervento del sindaco Matteo Ricci: «C’è tanto da fare per aiutare le donne a denunciare le violenze subite e superare la vergogna, la paura di nuove violenze e quella di essere giudicate. Il lavoro fatto in questi anni è strepitoso, se non ci fosse stato avremmo avuto ancora più violenze e più vittime». A dimostrazione che quello attuato fino ad ora, «Non è un impegno vano: va portato avanti anche valorizzando ogni singola iniziativa, sono tutti piccoli passi per vincere una sfida di civiltà».

Una sfida che vede la città in prima linea, come sottolineato dall’assessora alla Crescita e alla Gentilezza Camilla Murgia: «Oggi ho partecipato a diverse iniziative e mi sento invasa da un sentimento contrastante: provo orgoglio, perché Pesaro dimostra quanto sia sentita la tematica del contrasto a ogni forma di violenza; mi sento frustrata, perché continuiamo a leggere fatti di cronaca che ci lasciano disarmati e che mostrano come il nostro territorio non sia immune a questa piaga». Nel sottolineare che l’uccisione di una donna «è una perdita per tutta la città», l’assessora ha presentato numeri «non rassicuranti: in Italia avviene 1 femminicidio ogni 2,5 giorni e ci sono circa 90 casi di violenza denunciata al giorno. Dati che non possiamo accettare, che fanno capire che l’impegno va rinnovato con un lavoro di prevenzione, a partire dalle scuole». Scuole che per la Giornata di oggi, hanno realizzato diverse iniziative: dai flyer del Mengaroni che stamattina hanno svolto anche un flashmob insieme a Unicef alla campagna di manifesti fatta dall’istituto Cecchi, passando per il “percorso di autocoscienza” svolto dall’ex III F del Marconi (le studentesse, sostenute dal progetto Meraki, hanno realizzato un anello simbolo della lotta contro violenza sulle donne). C’è poi l’enorme lavoro svolto dal Centro antiviolenza «che rivolge le sue iniziative in primis alle donne ma che rivolge attenzione anche agli uomini maltrattanti per permetter loro di compiere quella rivoluzione culturale che dobbiamo pretendere. Quella del Cav è un’attenzione anche per le vittime di violenza assistita, in particolare per i minori». Sul documento per l’Osservatorio Pari Opportunità, l’assessora ha aggiunto: «Sarà una grande occasione di riflessione che dimostrerà ciò che siamo abituati e che ci piace fare: cercare il senso del bene comune, mettere in pratica un impegno collettivo che dev’essere sempre alto».

Tra gli interventi del Consiglio monotematico, la relazione delle attività del Centro antiviolenza “Parla con Noi” e la proiezione del video "La storia condivisa - Prima o poi arriva il dolore" realizzato dalla Labirinto che ha anticipato l’intervento dell’avvocata Michela Manganelli, mediatrice penale. «La violenza sulle donne - ha detto - è un’inaccettabile forma di abuso basata sul genere. Mi auguro che il prossimo anno si possa parlare di un’inversione di tendenza nei dati ma anche di recupero degli uomini maltrattanti perché aumentare il grado di consapevolezza del reo, è fondamentale per fermare l’escalation di violenza e intervenire sulla recidiva». Dopo l’esposizione di alcuni dati, Manganelli ha presentato il valore della “giustizia riparativa”, «un percorso parallelo e non sostitutivo a quello “ordinario” che permette di mettere al centro la vittima e accoglierla nel “sistema”. È una forma di giustizia che va a tutela delle vittime e che si propone anche di ricostruire i legami sociali distrutti dal crimine. È uno strumento che sarebbe bello innestare nel tessuto sociale».

A seguire è stata la discussione del documento condiviso per “l’istituzione Osservatorio Pari Opportunità nel Comune di Pesaro” presentato da Anna Maria Mattioli, della Commissione “Donne Elette”.  «Obiettivo dell’Osservatorio è creare un filo conduttore condiviso con le associazioni pesaresi che si occupano di politiche di genere e di lotta alla violenza sulle donne. Sarà uno strumento che ci permetterà di essere vere artefici del rispetto e tutela delle pari opportunità». La consigliera Mattioli ha ricordato le tappe che hanno portato alla mozione: «A inizio del 2020 ho proposto all'assessorato per le Pari opportunità l'idea di istituire, anche nel nostro comune, un Osservatorio per le pari opportunità. La pandemia ha poi interrotto quel percorso - che richiedeva incontri e dialoghi in presenza - e che oggi possiamo finalmente riprendere, forti del supporto unanime e sentito della commissione Donne elette, che in questi anni ha promosso numerosi progetti già concretizzati dall’Amministrazione e sui quali si continua a investire importanti risorse (come quelle destinate al Centro antiviolenza, alle pari opportunità, alle programmazioni scolastiche, allo studio e trattazione di fenomeni sociali d’attualità come catcalling, body shaming o revenge porn)». Mattioli ha ringraziato «il presidente Perugini, le colleghe consigliere, la presidente Guendalina Blasi e la vicepresidente Giulia Marchionni, per aver accolto la mia proposta integrandola con suggerimenti utili» e «l'assessora Murgia che ha sposato con convinzione questa proposta sociale e che ha preso contatti diretti con le associazioni del territorio, composte da donne straordinarie; un capitale umano che potrà permettere un importante passo avanti verso la "cultura delle parità di genere"».

L. Biagiotti: «Dobbiamo nell’insegnare ai nostri figli l’educazione sentimentale e che nessuno può possedere l’altro. Occorre anche chiedersi se ci sono fondi economici necessari per fronteggiare le numerose richieste d’aiuto del territorio, da qui ai prossimi anni».
La consigliera Blasi ha parlato dell’Osservatorio, come di un «luogo che accoglierà un dialogo già attivo e in cui ci si potrà confrontare sulle pari opportunità, sulle differenze e sulle somiglianze. Dovrà essere uno strumento di partecipazione allargato e coordinato. E un luogo di racconto capace di eliminare gli stereotipici».
G. Marchionni
ha sottolineato uno dei temi che potrà trovare spazio nell’Osservatorio, lo sport, riprendendo le parole di Margherita Grambassi «che ha sottolineato le violenze che subiscono le sportive: psicologiche, fisiche e verbali. Lo sport possa essere traino di grandi valori e ha l’enorme potere di veicolare messaggi positivi come successo per i calciatori iraniani in Qatar». Il suo augurio è che «il trend dei dati relativi al fenomeno vada migliorando» perché «sarebbe bello svegliarsi un 25 novembre senza sapere che giorno è».
D. Andreolli:
«L’Osservatorio permanente va ad agire sulle precondizioni, sulla fase educativa e sulla base valoriale. Per far sì che quei germi che provocano i sentimenti alla base delle barbarie siano drenati. Come istituzioni, goccia dopo goccia, dobbiamo scavare la roccia per fare in modo che di questo giorno non si parli al presente ma a un passato che speriamo di lasciare».
Il consigliere T. Nobili ha ricordato il video “L’amore è un’altra cosa” realizzato due anni fa dal Consiglio: che «di certo ha cambiato noi che l’abbiamo realizzato. Gli uomini devono essere i primi a parlare del tema e ammettere che spesso non abbiamo la capacità di amare. L’Osservatorio può diventare un regalo delle donne alle donne, e per la comunità».
E se Claudia Vanzolini ha riportato all’assise un lavoro svolto dai suoi alunni della primaria «a dimostrazione dell’indignazione provata dai piccoli», Lisetta Sperindei ha suggerito che l’Osservatorio possa seguire lavori della Commissione bicamerale dedicata al tema».

I NUMERI
Fondamentale per l’intero territorio, il lavoro della Rete antiviolenza coordinata dall’Ats1 che ha istituito, nel 2009, il Centro antiviolenza provinciale “Parla con Noi” «oggi punto di riferimento per la regione e per tutto il centro Italia nel contrasto al fenomeno della violenza di genere, nel garantire soccorso, assistenza e sostegno alle vittime e nel promuoverne il reinserimento sociale e lavorativo delle donne maltrattate. Azione quest’ultima, su cui convergeranno in particolare gli investimenti del prossimo anno» ha sottolineato l’assessore alla Solidarietà Luca Pandolfi. A presentarne i numeri è stata Gabriela Guerra, responsabile settore Pari Opportunità della Cooperativa Labirinto: «Il 25 novembre è un "punto e virgola", serve a rimettere in fila il “già fatto” e il “faremo”, per condividere quanto sono cambiate le cose negli ultimi anni, soprattutto perché abbiamo compreso (e operato di conseguenza) che la lotta alla violenza di genere si può fare partendo dal lavoro con i ragazzi (che facciamo dal 2018); prendendosi in carico le donne ma anche gli uomini e i minori vittime di violenza assistita». Su questa linea opera il servizio "Dico tra noi": avviato dal 2021 propone un percorso per gli uomini maltrattanti, della durata minima di 16 incontri (8 mesi). Nelle prime due annualità ha coinvolto rispettivamente 13 e 14 uomini (per un totale di 27 utenti; 9 le persone in lista d'attesa). «Nel 2022 abbiamo avviato nella Casa Circondariale di Villa Fastiggi un gruppo di “Dico tra noi” ed altri due percorsi: un laboratorio di arte-terapia e un percorso di Narrazione autobiografica». Su questa traccia lavora anche il servizio "Voci" destinato ai minori vittima di violenza assistita, che interessa, ad oggi, 13 bambini; 20 ragazzi e 35 madri. In lista d'attesa al momento, ci sono 12 minori». Numerosi i servizi e gli interventi destinati alle donne vittime di violenza. Come quelli previsti da Casa Ipazia, la casa emergenza regionale che si trova a Pesaro e in cui operano una coordinatrice, un'educatrice, una psicologa e dove, su richiesta, interviene una legale. Le donne possono permanerci solo 4 giorni, (ulteriori 2 se necessario). Aperta nel 2014, fino ad oggi ha accolto 388 donne e 401 minori (nel 2021, 68 donne e 71 minori). Ci sono poi i numeri del Centro antiviolenza “Parla con noi” che contano anche quelli dei due sportelli di Cagli e Urbino, inaugurati a maggio 2021: «Dall’aprile 2009 al 20 novembre 2022 le donne accolte sono state 1726. Nel 2020, sono state 118; nel 2021, 149 (+26,28% rispetto l’anno prima) e nel 2022 (dal 1° gennaio ad oggi) 174. L’analisi delle utenti del 2021 indica che «il maltrattante è sempre il coniuge o ex coniuge (ad eccezione di due casi in cui è sconosciuto, 2 casi in cui è il padre, 1 caso in cui è il fratello, in 2 casi il datore di lavoro)». I numeri 2021 indicano anche che: il 56% delle vittime ha un’età compresa tra i 30 ed i 49 anni; che i due terzi sono italiane (105 italiane, 44 stranieri); il 61% ha un lavoro (la restante parte è disoccupata o precaria). E che «Le donne che hanno denunciato sono state 68, in 4 casi hanno deciso di ritirare la denuncia. In 79 casi i figli hanno assistito alla violenza; i minori coinvolti sono 111». Tra gli interventi messi in campo dal Cav ci sono anche i "Tavoli di Rete", «come quello dedicato alla presa in carico socio-sanitaria nato nel 2021 che ha portato alla definizione del Protocollo Virginia», gli appuntamenti di sensibilizzazione (nel 2021 ne sono stati organizzati più di 1 al mese) e momenti di formazione nelle scuole (svolti dal 2018; nel 2022 coinvolgeranno 13 scuole e 350 ragazzi).

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