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Nuova sede dell’Istituto zooprofilattico, interventi allo stadio Benelli, gemellaggio con Valparaíso i temi del Consiglio comunale

Si è aperto con un momento di raccoglimento per le vittime del recente naufragio in Calabria il Consiglio comunale di oggi. Tra i temi discussi: la realizzazione della nuova sede dell’Istituto zooprofilattico; gli interventi allo stadio Benelli; la proposta del Patto di gemellaggio tra Pesaro e Valparaíso.

INTERROGAZIONI
Il pomeriggio si è aperto con l’interpellanza della consigliera Sperindei relativa al progetto della nuova sede dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Umbria e delle Marche “Togo Rosati”. «Il Comune ha fatto una manifestazione d’interesse con la quale dava avviso di aver attivato la procedura, nel rispetto della trasparenza e di quanto prevede il nostro Regolamento» ha detto l’assessore al Fare Riccardo Pozzi, nel rispondere al primo quesito. Sulla domanda relativa a che “la realizzazione dell’istituto non rispetti la logica del piano”, Pozzi ha detto: «Se il riferimento è a quello urbanistico sottolineo come l’area sia una delle poche di proprietà comunale, compatibile e coerente con la realizzazione che sarà in essere della nuova sede dell’Istituto; è tra le poche conformi, cioè che non richiede variante, tra i motivi per cui è stata scelta». Pozzi ha detto che, «Non sono state fatte valutazioni delle possibili ripercussioni turistiche dell’intervento perché non ce ne sono. E come noi nessuna delle città che contano queste strutture ne hanno mai svolte. Strutture che, ricordo, nascono per tutelare la salute dell'animale e dell’uomo». L’intervento in oggetto, per l’assessore, «Dovrebbe essere motivo di orgoglio, indica che la città è stata scelta per investimenti importanti e di prestigio».
Sperindei: «Bene che ci sia un Istituto zooprofilattico ma il progetto che stiamo discutendo prevede un “salto di qualità” verso un metodo che potrebbe essere pericoloso. Inoltre l’estensione di 12mila mq prevista è molto consistente, andava pubblicizzata in modo più eclatante».

L’assise ha poi approfondito la “Messa in sicurezza del ponte di via Canale”, con l’interrogazione presentata dal consigliere E. Gambini che ha chiesto “Quando inizieranno i lavori di messa in sicurezza? Quando è stato fatto l’ultimo collaudo statico” e “Sono stati eseguiti carotaggi? Con quale esito?”. Pozzi ha detto: «Da verifiche fatte, sul ponte non ci sono problemi strutturali, né legati alla sicurezza della struttura e dell'asse su cui insiste». Ancora, «Nel 2021 abbiamo previsto risorse per svolgere delle verifiche estetiche a copertura dei ferri ma nel frattempo si è reso necessario intervenire su altri ponti che richiedevano una messa in sicurezza; i fondi sono stati destinati a tali tipo di operazioni. L’infrastruttura di via Canale continua ad essere periodicamente supervisionata con monitoraggi sia del centro operativo, sia della mobility».
E. Gambini si è detto: «Non soddisfatto. Chiunque passa sotto il ponte si accorge di come il copriferro sia scoperto e i calcinacci cadano nella sede stradale. Non sono un tecnico ma in due anni non si sono fatti interventi su nessuno dei ponti messi in questione; chiedo di mettere a bilancio dei fondi per sistemare queste strutture».

È stato poi l’assessore con delega al Personale, Andrea Nobili, a prendere la parola per rispondere al “bando di concorso comunale” sollevato dall’interrogazione di Andreolli (in cui si chiede: “Quale settore e quale finalità saranno chiamati a svolgere i n.4 vincitori di concorso? Per quale ragioni il Comune ha proceduto ad indire un nuovo concorso quando sono ancora aperte graduatorie, seppur di categoria superiore, ancora valide”). «Il Comune – ha detto l’assessore al Rigore - si sta impegnando nel scegliere i candidati migliori, adottando processi di selezione nuovi e più rispondenti all’esigenza di avere le persone giuste al posto giusto, nell’interesse dell’organizzazione e della collettività». Durante l’emergenza, sono stati introdotti «cambiamenti organizzativi - ha aggiunto Nobili - ma la vera sfida è nel riuscire a cogliere le opportunità date dai nuovi progetti nazionali, riuscendo a finanziarli e mettendo in campo competenze per realizzarli». Per questo, sono stati fatti processi selettivi in grado, tra l'altro, «di superare la logica della dotazione organica storica, in base alla quale le nuove assunzioni sono finalizzate alla mera sostituzione del personale cessato» e in grado di «ottimizzare l’organizzazione, attraverso l’individuazione di figure professionali con profili flessibili e trasversali». Nobili ha poi aggiunto che, «l’inserimento dei vincitori di un concorso pubblico nell’ambito dei Servizi, rientra nella potestà organizzatoria del datore di lavoro, in questo caso del dirigente del personale, che ad esito del concorso, procederà alle assegnazioni, sulla base delle priorità previste nel piano dei fabbisogni, se nel frattempo non già soddisfatte con gli altri strumenti». La pretesa di un candidato di conoscere fin dalla pubblicazione del bando, il servizio di assegnazione, «Non trova riscontro nella normativa di riferimento - ha spiegato Nobili - , né è funzionale alle esigenze organizzative». I vincitori della selezione «saranno assunti con il profilo di Istruttore Amministrativo Contabile categoria C, come indicato, e tenuti a svolgere attività amministrativo-contabili di supporto, per le quali non sarebbe legittimo usare personale di categoria D».
Andreolli ha sottolineato «Succederà che a questo concorso per C, parteciperanno tanti candidati che potrebbero partecipare a quelli per D. Chi entrerà verrà formato dal Comune, crescerà professionalmente e, poiché l’ente non fa concorsi interni di promozione, sarà oggetto di proposta di lavoro di altri enti. È successo negli ultimi anni a causa del fatto che il Comune ha graduatorie aperte ma non vi attinge. Occorre fare concorsi per le categorie superiori».

Lo stesso consigliere Andreolli ha poi presentato l’interrogazione sulla “Destinazione dell’ex istituto Bramante-Genga”. L’assessora alla Rapidità Mila Della Dora, ha risposto che, al momento, «Non è stata formalizzata alcuna proposta di progetti di trasformazione all’ufficio Urbanistica» e «Non abbiamo mai incontrato interlocutori direttamente; le persone con cui si sono relazionate i tecnici del servizio erano privati individuati prima da Cassa Depositi e Prestiti, poi dal broker che sta seguendo la pratica. Il tema era la definizione degli aspetti tecnici e urbanistici». Della Dora ha poi precisato che «L’Amministrazione non intende dare all’immobile una destinazione d’uso diversa rispetto a quella già prevista del Prg» prima di elencarle e prima di indicare che, «Per l’attivazione del comparto sono previsti anche il recupero della Torre Libraria Oliveriana e la riqualificazione di largo Aldo Moro e viale Trieste da realizzarsi a scomputo degli oneri di urbanizzazione». Proprio per tali interventi, «in sede di approvazione del Piano di Recupero, si prevede possano essere realizzate opere pubbliche o servizi diversi, non ultimo il sottopasso stradale» ha concluso Della Dora.
Andreolli: «Del sottopasso abbiamo già detto che non vediamo la strategicità dell’opera, alla luce soprattutto dei costi, ben superiori a qualsiasi onere di urbanizzazione legato alle destinazioni d’uso indicate. È da capire se è nell’interesse del Comune fare una variante che le modifichi e che permetta di massimizzare gli oneri collegati».

PROPOSTE DI DELIBERAZIONE
La prima delibera, approvata all’unanimità, è stata quella del “Patto di Gemellaggio con la città di Valparaíso. La delibera, presentata dal vicesindaco Daniele Vimini, sottolinea: «Propone di portare allo stato di “gemellaggio” il rapporto che è già in essere tra Pesaro e Valparaíso», un legame sospinto dal fatto che entrambe sono Città creative della Musica UNESCO, un titolo «che ha dato avvio a rapporti collaborativi che hanno promosso ricerche e approfondimenti sulle figure e la produzione musicale dei due compositori legati l’uno a Pesaro, l’altro a Valparaíso, Gioachino Rossini e Eliodoro Ortiz de Zárate». Valparaíso, capitale legislativa del Cile e delle omonime provincia e regione, conta circa 265.000 abitanti. «Stringersi con un gemellaggio - ha detto Vimini – consentirà di approfondire la reciproca conoscenza; promuovere rapporti tra le comunità e, in generale, tra il Cile e l’Italia; definire un programma di confronto multisettoriale; mettere in campo le rispettive risorse culturali ed artistiche per promuoverne la conoscenza nelle rispettive comunità e promuovere le stesse a livello internazionale, realizzando iniziative che accrescano l’attrattività delle due città». In questo senso, a fare da collante, a distanza di secoli, sarà il ruolo di “ponte di cultura” svolto da Rossini che ha attirato l’attenzione dei cileni sull’Opera e che cercheremo di omaggiare, intorno al 18 settembre, con una co-produzione del Lautaro, composta da Eleodoro Ortíz de Zárate nel XIX Secolo, che porterà a Pesaro artisti cileni: «Sarà un modo per restituire in parte l’impegno di collaborazione che ci assumiamo con il gemellaggio, rendere onore a un grande compositore e suonare anche oltreoceano, la melodia di Pesaro Capitale italiana della cultura 2024». Sarà anche un modo, ha spiegato Vimini, anche per «Mantenere e rafforzare gli elementi di credibilità internazionale che stiamo aggiungendo grazie alle iniziative svolte, tra l’altro, nell’ambito del network UNESCO. Onore e onore che abbiamo trascritto nel rapporto di monitoraggio (2017-2021) di Pesaro Città creativa della Musica che, in particolare in due punti, prevede di creare collegamenti con territori internazionali. Li abbiamo promossi, di recente, anche a Novi Grad e Mostar; lo faremo anche nel 2025 con l’evento mondiale UCC Music Cluster Meeting, l’incontro annuale delle Città creative della Musica UNESCO che accoglieremo a Pesaro».
A. M. Mattioli: «Delibera che raccontato una realtà bella e importante. Un volano che porterà a valorizzare il prestigio e gli impegni dell’essere Città creativa UNESCO e ad aggiungere opportunità e valore agli scambi instaurati sulla musica, come quello con la “gemella” Kakegawa».

Il Consiglio ha poi approvato all’unanimità la variante sostanziale al Prg sull’area di proprietà Ast Pesaro Urbino in via Vatielli, perché realizzare un Centro per l’autismo. L’assessora alla Rapidità Mila Della Dora ha detto: «L’immobile è di proprietà ex Asur (ora Ast) ed era una scuola materna. La proprietà chiede, con la variante, un cambio di destinazione e di portare l’edificabilità a 1.208mq di superficie netta, con possibilità di realizzare due piani fuori terra per realizzare una struttura sanitaria, precisamente un Centro per l’autismo. Dopo tale passaggio sarà richiesto il parere di competenza della Provincia per poi tornare in Consiglio comunale». «Gli uffici comunali sono stati celeri – ha aggiunto Della Dora - si sono attivati il giorno dopo la richiesta fatta dalla proprietà per mettere in campo, il prima possibile, un progetto che la città chiedeva da anni. Speriamo che l’Ast risponda con la stessa velocità».
Bellucci ha sottolineato il «Senso di velocità che l’Amministrazione sta dando a tale variante urbanistica. Il Centro per autismo ha un’importanza strategica. Il dubbio è capire che tipo di struttura si pensa di fare? Sarebbe interessante capire se Ast ha già in mente un tipo di progetto su questa struttura attesissima e in cui la Regione Marche individuato la sede delle COT, come previsto dalla misura del Pnrr intercettata. Il progetto porterà delle risorse (465mila euro mediamente) che incrementano quelle della regione ma occorre valutare la compresenza delle due funzioni. L’ulteriore destinazione della struttura potrebbe rendere il Centro per l’autismo sottodimensionato».
Dallasta: «Concordo sui dubbi relativi al dimensionamento struttura e ai metri cubi previsti. Il vecchio progetto e i servizi che comprendeva necessitava di una metratura che non corrisponde a quella prevista attualmente. Non capisco quali servizi non verranno eseguiti tra quelli previsti, che bene rispondevano alle esigenze delle famiglie».

L’assessora Della Dora ha poi presentato la terza delibera - approvata all’unanimità -, relativa all’“Approvazione della variante sostanziale alle norme tecniche attuative del Prg relativa al recupero dei sottotetti dei piani interrati delle attività terziarie in zona A e flessibilizzazione delle destinazioni d’uso ammesse nell’ambito delle attività industriali e artigianali”. «L’Amministrazione ha sottoposto la delibera alla Provincia che si è detta favorevole e non ha posto osservazioni». L’obiettivo del documento al vaglio dell’assise è «Ridurre il consumo di suolo tramite il recupero del costruito tramite diversi punti». «Ci auguriamo possa aiutare quelle aree industriali in cui sono presenti capannoni dismessi e sostenere quei proprietari in possesso di immobili che non hanno attualmente mercato».
Castellani: «Siamo andati spediti anche in questo caso. Abbiamo fatto un consiglio ad hoc per risparmiare mesi estivi e dare il via a una variante di flessibilizzazione che aiuta la domanda immobiliare».
Andreolli: «Si deve sottolineare la necessità di dare natura diversa al recupero dei centri storici che non è solo un fatto urbanistico ma anche culturale. Per farlo è necessario che qui la flessibilizzazione preservi alcune funzionalità. Di pari passo deve essere previsto un fattore di premialità destinato a chi recupera palazzi in centro storico; su questo auspico anche una stagione di riforme urbanistiche regionale».

Ricade nell’ambito della regolarizzazione patrimoniale delle strade d’uso pubblico del Comune, “L’acquisizione gratuita del terreno adibito a sedime stradale, in via Garrone, prevista dalla delibera presentata da Pozzi – votata favorevolmente all’unanimità - con cui si accorpa al demanio stradale comunale, l’area composta da 270mq (ad oggi registrata al catasto come seminativo) e di 23mq (ad oggi a vigneto). «Da verifiche dell’ufficio Patrimonio sulla porzione di via Garrone (zona Muraglia) – ha detto l’assessore al Fare - è emerso che la stessa zona, figura di proprietà di alcuni frontisti e degli eredi che si sono succeduti. Attestata la utilità pubblica della strada, anche in quanto unico punto di accesso al campo da calcio comunale, è stata richiesta la disponibilità dei proprietari alla cessione gratuita al Comune».
Andreolli
: «La delibera sana una questione aperta su cui c’è stato vulnus. Rappresenta l’occasione per ribadire ci sia stesso atteggiamento per eventuali situazioni analoghe che dovessero emergere».
Petretti: «La strada è stata manutentata come fosse area pubblica ma finalmente si regolarizza la situazione»,

MOZIONI E ORDINI DEL GIORNO
Respinta con 18 voti contrari la mozione presentata da Malandrino per la “Predisposizione copertura gradinata Prato stadio Tonino Benelli”, «Con cui chiediamo all’Amministrazione di impegnarsi per prevedere stanziamenti necessari per fare un Piano di investimento dello stadio. Solo così si possono pensare step successivi su cui lavorare senza dover tornare quanto già fatto». L’esempio sono i lavori alla Prato: «Se si fosse seguito un progetto non si sarebbe dovuti re-intervenire per modificarla e si sarebbero risparmiati costi aggiuntivi. Serve un Piano di ammodernamento dello stadio, un progetto di riqualificazione dell’impianto e di tutti gli spazi di pertinenza. Lo stadio è un’urgenza da anni».
Montesi: «In commissione si sono analizzate le problematiche che ha l’impianto. Mai è stato detto fosse perfetto e nessun commissario ha detto che non siano necessari lavori ma alle accuse di poca attenzione abbiamo risposto con l’elenco delle opere già fatte». E ancora: «Quella presa dalla Vis di impegnare i 900mila euro dell’Amministrazione per la sistemazione urgente del campo da gioco è stata una decisione giusta. Ricordo anche che il sindaco si è già impegnato a trovare altre risorse per la copertura della Tribuna e con l’accordo che coinvolge Aspes per le ulteriori opere».

L’assessore al Fare Pozzi ha poi presentato gli interventi predisposti dall’Amministrazione sul Benelli: «Il nuovo campo supplementare sintetico, il rifacimento della tribuna, dei bagni e degli spogliatoi; la nuova illuminazione, i nuovi box per la sala operativa; gli interventi ai cancelli; lo smantellamento dell’anello della pista d’atletica; la nuova Prato; il nuovo parcheggio. Per un totale di oltre 2milioni di opere fatte su uno stadio costruito nel 1927: nessuna Amministrazione ha mai fatto così tanti interventi fino ad oggi». Pozzi ha aggiunto: «Nelle ultime settimane, avevamo previsto 900mila euro di risorse per la copertura della Prato ma, in un percorso condiviso con la società, si è deciso di rivalutare di spostare le risorse nel rifacimento del manto erboso. Nelle prossime settimane presenteremo il progetto definitivo alla società per poi avviare la manifestazione d’interesse e aggiudicare i lavori entro la fine del campionato». «Abbiamo risposto coi fatti alle parole – ha aggiunto Pozzi -: abbiamo un progetto definitivo per la copertura delle tribune con nuovo bar e servizi, abbassamento e allungamento della tribuna e il rifacimento del campo (finanziato) che partirà a fine stagione (900 mila euro)». Sulla parte delle “vecchie tribune”, il «Progetto di Aspes prevede la demolizione delle stesse, del muro perimetrale e la realizzazione del nuovo circolo e dei nuovi bagni; interventi che restituiranno alcuni importanti spazi al quartiere». Sulla copertura della Prato, «come già detto, stiamo cercando finanziamenti. Per grandi opere come queste è necessario intervenire con stralci funzionali a un intervento complessivo che ha una visione ben precisa e che, come previsto dal servizio Nuove Opere, prevede la ristrutturazione – abbassata, allungata e coperta - della tribuna in toto».
Malandrino: «Curioso di vedere questa progettualità».
Andreolli: «Occorre sistemare l’esistente con consapevolezza. Quello che è apparso è che i positivi interventi fatti fino ad ora sono stati step, tentativi graduali senza visione di insieme, mossi dalle esigenze di una struttura che necessita di una visione complessiva anche considerata la particolarità del contesto urbano in cui è inserita».
Mattioli: «Lo stadio è un bene di tutta la città ma la mozione chiede cose che o sono fatte o si stanno facendo. Il dispositivo così com’è non si può approvare. Continueremo a tutelare a che quanto dichiarato venga realizzato».

Il consiglio ha approvato - con 20 sì, 7 voti contrari e 1 astenuto – la mozione dei consiglieri Mattioli, Castellani, Petretti, Mariani, Biagiotti R. e Vanzolini per l’“Accoglimento della disponibilità espressa dal dott. Caputo per la realizzazione di infrastrutture al servizio del Quartiere, nel terreno dove sorgerà il nuovo biolaboratorio dell’istituto zooprofilattico di Pesaro” - impiego di parte del ricavato dalla vendita dell’area”.
M. Gambini: «Dopo l’ordine del giorno si è riunita la commissione Ambiente per l’audizione del direttore Caputo che ha illustrato intenzioni e progetto per l’area in oggetto. Durante la discussione, Bellucci ha proposto di destinare parte degli introiti della vendita del terreno comunale a interventi per il Quartiere. Una proposta subito raccolta dal dottor Caputo che ha detto di poter mettere a disposizione parte dell’area stessa, perché la struttura non occuperà tutto il lotto. Il Quartiere Torraccia è recente, proponiamo di coinvolgere la cittadinanza in un processo di partecipazione per decidere che tipo di attività e servizi realizzare in quest’area». «Il Comune è stato cristallino – ha detto Gambini - , in termini di trasparenza; la partecipazione può migliorare, possiamo farlo con questa iniziativa destinata al Quartiere».
Sperindei: «Contraria a costruire qualcosa su questo terreno posto al di sotto del limite arginale del Foglia. Si parla sempre di cambiamenti climatici, quel terreno può essere oggetto di allagamenti».
A. Marchionni: «La proposta citata sembra un’opera compensatoria per recuperare il consenso che potrebbe essere stato perso con l’operazione». «Non siamo contrari agli interventi in sé ma al legarli al progetto dell’istituto zooprofilattico: si faccia un’analisi dei bisogni del quartiere a prescindere dalla struttura».
Bellucci: «Se ci fossero problemi di esondabilità ne sarebbero coinvolti anche i palazzi che sono alla stessa quota. Lo strumento urbanistico esistente prevede una costruzione, ribadire che è al di sotto dell’argine è una forzatura tecnica».
G. Marchionni: «Non volete chiamarla compensazione? Si tratta di un è evidente tentativo di dire che in quel Quartiere verrà fatta un’opera che turberà la situazione; la mozione è un modo per cercare di mantenere tranquilli i rapporti tra residenti e Amministrazione. È evidente sia una compensazione».

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