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Scambi d'arte tra Musei Civici e la Galleria Nazionale delle Marche verso Pesaro 2024

Mercoledì 21 dicembre a Palazzo Mosca presentato il capolavoro del Sassoferrato prestato ai Musei Civici dalla Galleria Nazionale delle Marche, un’azione che rientra nel protocollo di valorizzazione integrata. La nuova tela colma lo spazio lasciato dalle opere che i musei pesaresi hanno concesso alla mostra romana ‘Arte liberata 1937-1947’ appena inaugurata.

Mercoledì 21 dicembre, a Palazzo Mosca presentazione dell’’Annunciazione, Adorazione dei Magi, Presentazione al Tempio di Giovanni Battista Salvi, detto ‘Il Sassoferrato’ (1609-1685), capolavoro della Galleria Nazionale delle Marche di Urbino prestato ai Musei Civici dove sarà visibile fino al 17 aprile 2023.

Erano presenti Daniele Vimini vicesindaco e assessore alla Bellezza del Comune di Pesaro e Luigi Gallo direttore della Galleria Nazionale delle Marche e direttore del Polo Museale Marche.

Il prestito nasce nell’ambito del protocollo d’intesa “per la sperimentazione di forme di valorizzazione integrata negli ambiti della cultura e turismo”, sottoscritto lo scorso luglio tra la Direzione Regionale Musei Marche, la Galleria Nazionale delle Marche e il Comune di Pesaro. Si tratta di un accordo formale che rientra ufficialmente nel percorso verso Pesaro Capitale italiana della Cultura 2024, progetto di cui condivide il principio di una cultura diffusa che coinvolga l’intero territorio della provincia promuovendone le eccellenze.

Il dipinto del Sassoferrato - 3 scomparti di predella, olio su tela, IV decennio del XVII secolo - è la copia fedelissima della predella che Raffaello dipinge per la pala dell’Incoronazione della Vergine realizzata nel 1502 per la chiesa perugina di San Francesco su commissione della famiglia Oddi-Baglioni, oggi alla Pinacoteca Vaticana. Probabilmente fa parte delle tante copie da opere dell’Urbinate e del Perugino che l’artista realizza nel quarto decennio del Seicento su commissione dell’abate dei benedettini di Perugia. Entrata nella collezione statale nel 1996, all’inizio del Novecento si trova in Francia e viene acquistato a caro prezzo come autografo del Sanzio, il cui nome compare ancora sulla cornice intagliata e dorata.

La nuova presenza nella Sala Bellini di Palazzo Mosca non rappresenta solo una delle azioni previste dall’intesa ma colma lo spazio lasciato da una serie di opere che i musei pesaresi hanno concesso all’importante mostra romana ‘ARTE LIBERATA 1937-1947 Capolavori salvati dalla guerra’ a cura di Luigi Gallo e Raffaella Morselli, appena inaugurata alle Scuderie del Quirinale (fino al 10 aprile 2023). L’esposizione omaggia i “Salvatori dell’arte” della Seconda Guerra Mondiale: un gruppo di Soprintendenti e funzionari dell’Amministrazione delle Belle Arti che coadiuvati da storici dell’arte e rappresentanti delle gerarchie vaticane misero in piedi una grande impresa di salvaguardia del patrimonio artistico nazionale. Su tutti emerge il giovane Pasquale Rotondi, il Soprintendente che nascose nel Montefeltro i più celebrati capolavori della penisola.

Tra i tesori nascosti da Rotondi nella Rocca di Sassocorvaro, comparivano appunto anche le 7 opere – dipinti e ceramiche - partite da Pesaro verso la capitale:
_Marco Zoppo (attr.) (Cento/ Ferrara, 1433-Venezia, 1478) o Giovanni Bellini (attr.) (Venezia, 1438/1440-1516), Testa di San Giovanni Battista, tempera su tavola, 1465-1471, provenienza Pesaro, chiesa di San Giovanni Battista, Pesaro, Musei Civici, inv. 4545;
_Marco Zoppo (Cento/Ferrara, 1433-Venezia, 1478), Cristo deposto sorretto da due angeli, tempera su tavola, 1471, provenienza Pesaro, Chiesa di San Giovanni Battista, Pesaro, Musei Civici, inv. 4546,
_Paolo Veneziano (attr.) (Venezia, 1300 ca.-1358/1362), Storie della vita della Vergine, tempera su tavola, ante 1325, provenienza ignota, Pesaro Palazzo Mosca Musei Civici, inv.4561;
_piatto da pompa, maiolica a lustro, Speranza Bella, Deruta, 1500-1524, provenienza collezione Mazza, Pesaro Palazzo Mosca Musei Civici inv. 4302, (inv. Sciava 366);
_ coppa, maiolica, Diana converte Atteone in cervo, Urbino, 1525-1549, provenienza collezione Mazza, Pesaro Palazzo Mosca Musei Civici inv. 4415, (inv. Sciava 130);
_ piatto, maiolica, Ercole e Deianira, Urbino, 1550-1574, provenienza collezione Mazza, Pesaro Palazzo Mosca Musei Civici inv. 4393, (inv. Sciava 216);
_ coppa, maiolica, Eteocle e Polinice sul rogo, Pesaro, 1540-1560, provenienza collezione Mazza, Pesaro Palazzo Mosca Musei Civici inv. 4427, (inv. Sciava 269).

Così Daniele Vimini vicesindaco e assessore alla Bellezza del Comune: nei giorni scorsi è stato un piacere visitare la mostra alle Scuderie del Quirinale con la guida del direttore Gallo, mostra cui i Musei hanno contribuito con 7 opere; un viaggio dove le Marche sono assolutamente protagoniste, con un percorso di visita affascinante. Se siamo qui oggi è perché c’è un collegamento tra i due eventi: abbiamo prestato le nostre opere alla mostra con grande soddisfazione e abbiamo chiesto di poter avere in cambio un pezzo che non solo potesse ‘riempire’ lo spazio ma anche aiutarci a raccontare in modo artistico e partecipato il tema del Natale. E questo è l’antefatto. Più in generale, il prestito va inserito in un contesto più ampio che è quello nel protocollo siglato tra la Galleria Nazionale delle Marche e il Comune di Pesaro per Pesaro 2024, un’intesa che ha già preso struttura in questa prima azione e che continuerà con un dialogo speciale con Urbino e quella che è la più grande realtà museale della regione.

Continua Luigi Gallo direttore Galleria Nazionale delle Marche e direttore Polo Museale Marche: i Musei Civici di Pesaro rappresentano una reale eccellenza del territorio, un’eccellenza con cui - come gestore protempore dei musei nazionali - credo e reputo importantissimo instaurare un rapporto per valorizzare tutta una rete artistica che ha visto storie che sono quelle di questo territorio. Tutta la missione della Gallerie e della direzione regionale Musei Marche è quella di raccontare la storia dell’archeologia e dell’arte di una regione e di ricostruire tutti quei legami più o meno consolidati dalle amministrazioni locali, per creare percorsi che uniscano le diverse collezioni. E questa unione e dialogo sono ancora più fondamentali per Pesaro 2024, una grande occasione per tutti. Nel programma di Pesaro 2024 entrerà la mostra dedicata a Barocci l’ultimo pittore del Ducato, una porzione di storia molto interessante da indagare perché questo artista è stato fondamentale per lo sviluppo della pittura futura. In questa stessa logica di valorizzazione va anche la mostra delle Scuderie del Quirinale che racconta dei salvatori del patrimonio artistico della seconda guerra mondiale, impresa in cui questa zona delle Marche ha avuto un ruolo importantissimo con il salvataggio di più di 10.000 pezzi tra Urbino, Sassocorvaro e Carpegna. Salvando le opere, Rotondi si è reso conto che quella dell’arte è una necessità. Il prestito del Sassoferrato nell’ambito del protocollo è l’inizio di una serie di scambi che ci consentono di valorizzare il patrimonio, e l’opera è stata scelta perché si tratta di un pezzo curioso che racconta la fortuna di Raffaello, l’interprete principale della storia dell’arte e quindi molto replicato, anche da artisti maggiori. E qui in questo caso si tratta di un artista importante come Sassoferrato, famoso per le sue Madonne. Dunque, l’operazione con Pesaro è uno scambio di opere e l’obiettivo è quello di avviare un rapporto continuo di scambio, per raccontare la storia della nostra terra sia noi come Galleria Nazionale ma anche musei civici come questi di Pesaro magnifici.

Giovanni Battista Salvi, detto ‘Il Sassoferrato’
(Sassoferrato [AN], 1609 – Roma, 1685)
Annunciazione, Adorazione dei Magi, Presentazione al Tempio
IV decennio del XVII secolo
olio su tela, scomparti di predella, cm 28,6 × 52,5 × 1,5 ciascuno, inv. D 285
Urbino, Galleria Nazionale delle Marche
 

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