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Si rafforza il welfare territoriale, stamattina l’incontro tra amministratori e soggetti del terzo settore dell’Ats1

Il presidente del Comitato dei sindaci e assessore di Pesaro Luca Pandolfi: «Prosegue il percorso per strutturare un modello di co-programmazione e co-progettazione che permette di dare risposte “su misura” del sociale». Entro febbraio 2024 il documento condiviso

Le decine di soggetti e servizi coinvolti nella rete welfare del territorio si sono date appuntamento stamattina per “Costruiamo insieme un nuovo welfare territoriale. L'Amministrazione condivisa nell’Ats1”, assemblea plenaria che si è svolta a Palazzo Ciacchi, promossa dall’Ambito Territoriale Sociale 1.

Obiettivo dell’incontro, spiega Luca Pandolfi, presidente del Comitato dei sindaci dell’Ambito e assessore alla Solidarietà di Pesaro, è «La redazione e sottoscrizione, entro febbraio 2024, di un documento condiviso che descriva e normi le buone pratiche sull’amministrazione condivisa del territorio, partendo da quelle già in atto. Un obiettivo per il quale l’Ats1 ha ottenuto la collaborazione e guida metodologica del Dipartimento di Economia Società Politica dell’Università di Urbino, coordinato dalla professoressa Angela Genova.

Il documento, regolerà i rapporti tra le realtà del terzo settore e le amministrazioni che compongono l'Ambito Territoriale Sociale 1, «Metterà “nero su bianco” un modello di co-programmazione e co-progettazione diverso – precisa Pandolfi -, che come Ats1 abbiamo adottato già da anni muovendoci nell’ottica della partecipazione, della co-programmazione e della co-progettazione». Come fatto, ad esempio per il progetto per l’autismo, «Costruito con 80 soggetti che hanno co-elaborato le risposte e i servizi più adeguati alle necessità delle famiglie» aggiunge il presidente.

Il “welfare condiviso” è uno «Strumento in cui tutti i soggetti interessati decidono le linee di indirizzo e impegno su cui muovono gli interventi del Piano sociale territoriale». Un metodo «sostenuto dalla normativa italiana ed europea» che ribalta l’iter tradizionale del welfare, «Solitamente quando si progettano servizi sociali si pubblica un bando in cui l’Amministrazione chiede il tipo di prestazioni che vuole avere - conclude Pandolfi -; con questo modello, tutte le realtà lavorano insieme per scegliere ed elaborare il servizio migliore da costruire, caso per caso».

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