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UN ANNO DI FONDAZIONE PESCHERIA

A un anno dall'insediamento del suo nuovo C.d.A., il Centro Arti Visive Pescheria si conferma polo di riferimento nazionale per il contemporaneo e centro di produzione culturale fortemente legato al territorio. E dopo l’inaugurazione della mostra di Thomas Braida, lancia i progetti 2019

 

E’ il più importante polo per l’arte contemporanea della regione adriatica grazie a due decenni di attività (è stata fondata nel 1996) in cui ha proposto artisti protagonisti della scena nazionale e internazionale. Ad un anno dall’insediamento del nuovo C.d.A. presieduto da Gloriana Gambini, la Fondazione Pescheria - Centro Arti Visive fa il punto di quel che si è realizzato e lancia progetti e obiettivi per il 2019. Con la consulenza artistica di Marcello Smarrelii, responsabile per la programmazione, la Pescheria si è aperta a linguaggi espressivi diversi attraverso cui parlare ad un pubblico ampio - sempre più giovane - e dialogare con il presente, ben consapevole della funzione sociale ed etica dell’arte. E sotto il segno del dialogo sono le mostre del 2018, nate tutte da una stessa ‘formula’: gli artisti sono giunti a Pesaro e si sono confrontati con il patrimonio culturale cittadino, con il territorio e la comunità, mostrando i risultati di questa relazione viva e appassionata in vari ambiti: artistico, musicale, fotografico. Come il progetto di Matteo Nasini che ha indagato la nascita del suono per celebrare Pesaro ‘Città Creativa Unesco della Musica’, un work in progress in continua evoluzione riproposto in questi giorni a Milano da Clima Gallery e in primavera alla Fondazione Musica per Roma presso l’Auditorium Parco della Musica;come la ‘grande’ mostra di Giuliano Vangi che ha visto la Pescheria accanto ad altri luoghi della cultura in un vero e proprio itinerario urbano, dentro e fuori i monumenti; come Qualsiasità, esposizione dedicata alla ricerca di Guido Guidi, in cui la fotografia raccontava la provincia dell’Emilia Romagna, una geografia molto vicina a quella della nostra città. Infine, come l’evento ‘Ri-vestire’ di Cristiano Toraldo di Francia realizzato con gli studenti del corso di laurea ascolano in Disegno Industriale e Ambientale dell’Università di Camerino, che hanno creato abiti dal gusto avveniristico partendo da materiali di riciclo.  A fine ottobre, la riapertura della caffetteria della Pescheria: il Where beer&bistrot gestito da Whats snc di Acquaviva A.&C., la società vincitrice del bando comunale; sarà un luogo di incontro e convivialità in stretto collegamento con le superfici espositive, uno spazio che potrà ospitare a sua volta opere d’arte, piccoli eventi e occasioni per raccontare il contemporaneo. Uno spazio vivo ma anche un’opportunità, visto che il canone per la concessione entrerà nelle risorse per la programmazione e la messa a punto delle attività della Fondazione Pescheria. Ora la Pescheria guarda avanti e prosegue il suo cammino, forte delle nuove relazioni create e dei nuovi stimoli lanciati. Inaugurata di recente e tuttora in corso (fino al 13 gennaio), la mostra ‘Aspettando dentro l’anno del gatto’ di Thomas Braida (Gorizia, 1982), con cui si torna a parlare di grande pittura italiana. Dopo Braida, a febbraio, Diego Milella e Fabio Barile a cura di Alessandro Dandini de Sylva. In primavera, ‘Salon Maiorca’ di Gianni Politi a cura di Davide Ferri, e per finire ancora pittura con la prima grande personale in uno spazio pubblico di Matteo Fato, un artista molto legato al territorio che grazie alla sua ricerca seria e impegnata ha saputo affermarsi in ambito internazionale. Filo rosso che lega questi progetti, l’esplorazione del paesaggio, tema riletto e interpretato alla luce della relazione intima tra mare ed entroterra, elementi - e non è un caso - che connotano Pesaro e la sua ‘forma’. Ma la vera protagonista è la pittura, in un clima come quello attuale, segnato da un forte e rinnovato interesse da parte del pubblico e degli addetti ai lavori verso un medium tradizionale apparentemente complesso e difficile da trattare.

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