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Un mese di guerra, il punto degli interventi messi in campo dal Comune a sostegno della popolazione ucraina

Più di 700 le telefonate e le mail arrivate alla linea diretta del Comune “Sos Ucraina”; 12.400 i Kg di generi donati dai pesaresi; 40 i nuclei familiari ospitati tramite “Protezione freddo”. Pandolfi: «Ora al lavoro per fornire i servizi necessari a questa seconda fase che impone nuove interventi e il contributo delle istituzioni nazionali per le famiglie coinvolte nell’accoglienza»

A poco più di un mese dall’inizio del conflitto in Ucraina, il Comune fa il punto degli interventi realizzati a favore dei profughi arrivati a Pesaro e della popolazione presente nei territori di guerra. «A oggi sono 900 gli ucraini arrivati in provincia, 350 quelli accolti a Pesaro» spiega Luca Pandolfi, assessore alla Solidarietà, nel presentare i dati forniti dalla Questura, «Numeri in crescita che confermano come l’emergenza sia passata a una seconda fase che impone nuove interventi – economici, sociali, educativi - di inclusione e sostegno dei profughi».

Temi affrontati ieri dall’Amministrazione comunale, che ha incontrato la Commissione consiliare e, a seguire, i rappresentanti del Terzo settore insieme a Maryna But, presidente Comunità Ucraina nelle Marche. «A pochi giorni dall’invasione russa dell’Ucraina – sottolinea Pandolfi - ci siamo attivati per rispondere tempestive alle necessità dettate dall’emergenza profughi e alla volontà dei cittadini di sostenere la popolazione Ucraina». È nata così “Sos Ucraina”, la linea diretta attivata dal Comune nella sede della Protezione civile che, in questi primi 20 giorni, ha risposto a 700 tra telefonate e mail. Sono stati 12.400 i chilogrammi di generi alimentari e di prima necessità donati da singoli cittadini, associazioni e donazioni, anche tramite la collaborazione dei Quartieri. L’80% di questi sono stati portati in Ucraina, il 20% consegnati alle famiglie di profughi, presenti nel territorio comunale.

«Insieme a Servizi sociali, inoltre, abbiamo organizzato una rete di prima accoglienza temporanea per le famiglie, per l’80% composte da donne e bambini, arrivate a Pesaro e in attesa dell’inserimento nei Cas. Siamo riusciti ad assicurare ospitalità a 40 nuclei familiari tramite il progetto “Protezione freddo” (che il Comune ha attivo da mesi insieme a La Città della Gioia) e grazie alla collaborazione con Caritas diocesana e con il comitato di Pesaro di Croce Rossa Italiana, che hanno messo a disposizione strutture e volontari».

Il Comune ha poi esteso all’emergenza ucraina il servizio offerto da “Pronto intervento sociale”, il numero a disposizione di forze dell’ordine, Polizia locale e personale dell’area sanitaria-giudiziale, che risponde nei week end e nelle ore serali fornendo la consulenza dei Servizi sociali. Ufficio che, parallelamente, ha messo a disposizione una linea telefonica dedicata (T. 0721.387401) a cui è possibile chiamare dalle 8:30 alle 9:30, dal lunedì al venerdì.

«La solidarietà spontanea dei pesaresi sommata all’esperienza, competenza e disponibilità dei Servizi sociali e della rete del Terzo settore del territorio, hanno permesso di dare una buona risposta alla prima fase di emergenza intercettando la maggior parte dei bisogni. Come da richiesta della Prefettura, i Servizi sociali si sono mobilitati per distribuire gli arrivi tra i Centri di assistenza straordinari “Cas” prefettizi e la struttura alberghiera individuata dalla Protezione civile regionale». Azioni intraprese per alleggerire le difficoltà dei profughi presenti in città, il cui numero è in crescita: «Ora l’urgenza è che le istituzioni nazionali intervengano a sostegno delle famiglie impegnate nell’accoglienza».

«Il Comune continuerà a fare la sua parte anche in questa seconda fase di emergenza – conclude Pandolfi -. Siamo al lavoro su diversi progetti di socialità e inclusione insieme, tra gli altri, al Centro per le Famiglie, al Centro Idea e alle società sportive della città».

 

 

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