Queste Linee Guida costituiscono l’insieme delle buone prassi sostenute da una base teorica e operativa, condivise all’interno di tutti i servizi comunali 0-6. Si tratta quindi di un lavoro condiviso tra educatrici, coordinatrici pedagogiche e formatrici che vuole essere anche un modo di comunicare alle famiglie e alla città l’insieme di conoscenza e prassi messe in campo all’interno dei servizi educativi.
Le linee guida di seguito pubblicate sono state approvate con Delibera della Giunta Comunale n.89 del 19 aprile 2018 e n. 19 del 6 febbraio 2024.
Un vero giardino deve poter rispondere ai bisogni di esplorazione e di ricerca dei bambini, consentire loro di appropriarsi degli spazi naturali attraverso il corpo e l'utilizzo di tutti i canali sensoriali, nel rispetto dell'ambiente naturale, con le sue caratteristiche.
Lo spazio esterno va progettato e gestito accuratamente, per offrire la possibilità di incontro con il “rischio che educa”, come occasione di apprendimento. Si intende creare un equilibrio tra il diritto alla sicurezza e il diritto al rischio, considerando la sicurezza un concetto dinamico e flessibile da costruire sul piano progettuale ed organizzativo in maniera condivisa con le famiglie e i responsabili dei servizi.
Le educatrici promuovono quotidianamente una cultura del cibo e dell’alimentazione che possa legare il gusto, l’accoglienza e la convivialità all’apprendimento, alla scoperta e allo sviluppo di competenze.
Viste le forti valenze che ricopre, il pranzo è curato in ogni minimo dettaglio: dall’organizzazione degli spazi alla scelta dei menu, dalla scansione dei tempi all'atmosfera generale, in relazione alle diverse fasce d'età. Il momento del pasto viene quindi progettato e realizzato con piena intenzionalità educativa, sulla base di una forte condivisione di valori e significati tra coordinatori, educatrici, personale ausiliario e genitori.
Ci sono diverse tipologie di materiali che non prevedono un utilizzo univoco e “corretto” da parte dei bambini, ma si aprono a molteplici e illimitate possibilità di gioco.
I materiali non strutturati possono essere esplorati, modificati nella forma, combinati fra loro, reinterpretati attraverso l’attribuzione di significati simbolici, diventare qualcosa di altro rispetto a ciò per cui erano pensati. Favoriscono il pensiero progettuale dei bambini e rispondono al loro bisogno di inventare e costruirsi da soli un mondo che non sia preconfezionato e codificato dagli adulti.
Attraverso la formazione e la pratica educativa è stato evidente che la visione offerta da Montessori ben si armonizzava con l’idea di bambino già consolidata all’interno dei nidi d’infanzia comunali.
Integrare le proposte e l'approccio pedagogico con elementi montessoriani, senza la finalità di diventare nidi “a metodo Montessori”, porta a numerose e positive evoluzioni nel pensiero e nelle pratiche educative che riguardano il ruolo dell’adulto, la strutturazione degli ambienti, i materiali e le attività di gioco.
I bambini hanno una naturale curiosità nei confronti dell’ambiente circostante e verso i fenomeni fisici e naturali, che vogliono conoscere nelle loro tipicità e variazioni, regolarità e cambiamenti: nascono predisposti agli apprendimenti scientifici. Gli insegnanti sostengono tale propensione ad indagare, accogliendo le domande, promuovendo le ipotesi, accompagnando la verifica, senza anticipare le risposte. In questo modo i bambini, liberi di agire e di sperimentare, possono trarre le loro conclusioni, diventando così protagonisti dei propri apprendimenti.